PRIMO PIANO

EDITORIALE

Jobs act, tra novità e future attuazioni

Dal welfare alla sicurezza; dalle tipologie contrattuali al sostegno alla genitorialità. Questi i temi che compongono la nuova legge sul lavoro, meglio nota come jobs act. La delega si caratterizza come un intervento ampio, che intende metter mano al sistema. Dopo l’acceso dibattito e lo scontro politico è ora di fare una prima analisi e il presidente dell’Associazione giuslavoristi italiani, Fabio Rusconi, presenta i punti salienti della riforma.

LEGISLAZIONE

Avvocati: operativo dal 15 dicembre 2014 il Codice deontologico

Il testo del nuovo Cdf approvato dal Consiglio nazionale forense nella seduta del 31 gennaio 2014 contiene tante novità, tra le quali l’ introduzione del principio della tipicità dell’illecito deontologico cui si correla l’altra concernente la necessità dell’espressa previsione della sanzione applicabile.

La percentuale sul valore scalza il patto di quota lite

Tra le novità, da segnalare la reintroduzione del divieto del patto di quota lite, assente nel vecchio Cdf in ossequio alle disposizioni legislative che l’avevano abrogato nel 2006 e per effetto delle quali era stato riformulato l’articolo 2233, comma 3, del Cc con l’introduzione del requisito della forma scritta dei patti sul compenso in luogo del divieto di cui si discute.

Un impianto diverso che annuncia il grande cambiamento

È naturale e logico che nel nuovo codice trovino posto le previsioni dell’articolo 21 (“potestà disciplinare”) e anche quelle dell’articolo 22 (“sanzioni”), ovviamente riproduttive del dettato legislativo ma sicuramente innovative nel delineare i meccanismi di attenuazione e aggravamento delle sanzioni.

La collaborazione tra colleghi estesa al settore civile

Storicamente questa previsione deontologica, nella sua originaria formulazione, si riferiva soltanto al processo penale, ma in un autorevole commento di Danovi, si affermava già che quel canone poteva benissimo estendersi al processo civile, però con l’esigenza di chiarire il limite dei presupposti della collaborazione.

La responsabilità sociale del ruolo emerge con i minori

La previsione è quella per cui «l’avvocato che abbia assistito il minore in controversie familiari deve sempre astenersi dal prestare la propria assistenza in favore di uno dei genitori in successive controversie aventi la medesima natura, e viceversa». La sanzione prevista è la sospensione dall’esercizio dell’attività professionale da uno a tre anni.

GIURISPRUDENZA

I precari della scuola incassano un primo risultato a Sciacca

Dalla prima applicazione nei tribunali della sentenza della Corte di giustizia sul personale docente e non docente della scuola precario, passando all’impossibilità di emettere un provvedimento di espulsione se c’è di mezzo un figlio neonato, alla decisione della Corte europeo dei diritti dell’Uomo che ha condannato nuovamente l’Italia per violazione del diritto di proprietà per l’utilizzo dello strumento dell’occupazione acquisitiva: sono i questi i temi oggetto di attenzione delle Corti nazionali e internazionali la scorsa settimana.

CIVILE

GIURISPRUDENZA

Il bambino nato da maternità surrogata non può essere dichiarato figlio legittimo dei committenti

In caso di maternità surrogata il certificato di nascita formato all’estero con il quale si attesta che il bambino è figlio legittimo della coppia committente non può essere reso efficace in Italia per contrarietà all’ordine pubblico. Nel nostro Paese, infatti, la madre è colei che partorisce il figlio, con la conseguenza che se la madre biologica non se ne occupa, deve essere dichiarato lo stato di adottabilità della creatura.

Inefficace in Italia il certificato di nascita formato all’estero

La decisione appare quanto mai opportuna in questo specifico momento storico considerata, da un lato, la necessità di ridefinire con chiarezza i limiti all’utilizzo di materiale genetico appartenente a un donatore estraneo alla coppia nelle tecniche di Pma e, dall’altro, l’opportunità di scoraggiare disdicevoli fenomeni di turismo riproduttivo.

PENALE

GIURISPRUDENZA

L’imputato può chiedere il giudizio abbreviato anche nel corso del dibattimento se emergono nuove contestazioni

La Corte costituzionale amplia le possibilità di fare ricorso al giudizio abbreviato. I giudici di Palazzo della Consulta hanno infatti dichiarato illegittimo l’articolo 516 del Cpp nella parte in cui non prevede la facoltà dell’imputato di richiedere il giudizio abbreviato relativamente a un fatto diverso contestatogli nel corso dell’istruzione dibattimentale.

La facoltà di accedere ai riti alternativi garantisce la difesa

La pronuncia della Corte costituzionale è l’ennesima tappa di un cammino iniziato più di venti anni fa e che ha restituito all’imputato la facoltà di accesso al giudizio abbreviato soltanto relativamente all’addebito concorrente o comunque toccato dalla contestazione suppletiva, non agli altri, per i quali il termine procedimentale perentorio è già scaduto.

AMMINISTRATIVO

GIURISPRUDENZA

Il dirigente medico di un’azienda sanitaria può assumere l’incarico di consigliere comunale

Il Consiglio di Stato, con la decisione n. 5583 dello scorso 12 novembre 2014, ha accolto l’appello proposto da un dirigente-medico napoletano sulla presunta incompatibilità tra la sua carica e quella di consigliere comunale di un comune con popolazione superiore a 15mila abitanti. I giudici di Plazzo Spada, in riforma della pronuncia del Tar Campania, hanno interpretato in maniera più "restrittiva" l’applicazione della disciplina in tema di incompatibilità degli incarichi nelle pubbliche amministrazioni.

I giudici non estendono la disciplina prevista sulle incompatibilità

Il giudice di prime cure ha respinto il ricorso, ritenendo che nell’ambito delle Aziende sanitarie anche i dirigenti medici, il direttore amministrativo e il direttore sanitario, sono assoggettati al regime di incompatibilità. La sentenza è stata riformata dal giudice di appello il quale ha, invece, ritenuto non consentito estendere l’ambito della disciplina alla fattispecie.

COMUNITARIO

GIURISPRUDENZA

Illegittimi i respingimenti verso la Grecia dei migranti sbarcati sulle coste adriatiche italiane

La Corte europea dei diritti dell’Uomo con una sentenza ancora non esecutiva ha accolto (in parte) il ricorso presentato nel 2009 da 35 migranti, vittime, tra il 2008 e il 2009, di misure di respingimento immediato verso la Grecia al momento del loro arrivo nei porti di Bari, Ancona e Venezia su imbarcazioni provenienti da Patrasso. Secondo i giudici di Strasburgo le carenze strutturali del sistema greco di tutela dei richiedenti asilo e dei rifugiati espone al concreto pericolo di subire trattamenti vietati dall’articolo 3 della Cedu oppure di essere rimpatriato nel proprio paese di origine, violando tale disposizione.

Elenco di tutti gli argomenti

  1. a

    Avvocato

    Appalti

    Assicurazione

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    Ambiente e territorio

  2. c

    Circolazione stradale

    Condominio

    Contratto

    Competenza e giurisdizione

  3. e

    Editoria

    Esecuzione civile

    Enti locali

    Edilizia e urbanistica

  4. f

    Famiglia e filiazione

    Fallimento

    Fisco

  5. i

    Impugnazioni

    Immigrazione e stranieri

  6. l

    Lavoro e formazione

    Locazioni

  7. p

    Possesso

    Previdenza e assistenza

    Procedimento civile

    Prova civile

    Pubblico impiego

    Procedimento penale

  8. r

    Responsabilità e risarcimento

    Reato

  9. s

    Scuole e istruzione

    Sentenza civile

    Servitù

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    Successioni e donazioni

    Sanità e bioetica

    Stupefacenti

  10. v

    Vendita

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