IL TEMA DELLA SETTIMANA Sicurezza giuridica: quale diritto per lo sviluppo? È il tema del 50° Congresso nazionale del Notariato che si è tenuto dall’8 al 10 novembre a Milano. Il Presidente del Cnn, Maurizio D’Errico, spiega che la sua categoria professionale ha deciso di confrontarsi apertamente con i protagonisti del pensiero economico e giuridico di questi anni ponendo la questione della sicurezza giuridica, attuata attraverso l’esercizio della pubblica funzione del notaio.

Cadono il divieto (contenuto nell'articolo 13, comma 3, lettera b) di selezione a scopo eugenetico degli embrioni, limitatamente ai casi in cui questa sia finalizzata esclusivamente a evitare l'impianto nell'utero della donna di embrioni affetti da malattie genetiche trasmissibili, nonché la sanzione penale che ne derivava.

È illegittimo l'articolo 13, commi 3, lettera b), e 4 della legge 19 febbraio 2004 n. 40 , nella parte in cui contempla come ipotesi di reato la condotta di selezione degli embrioni anche nei casi in cui questa sia esclusivamente finalizzata a evitare l'impianto nell'utero della donna di embrioni affetti da malattie genetiche trasmissibili.

In merito alla invocata illegittimità dell'articolo 14 della legge n. 40 la Corte, dichiarando non fondata la questione, ha affermato che la malformazione degli embrioni ottenuti a seguito di Pma «non ne giustifica, sol per questo, un trattamento deteriore rispetto a quello degli embrioni sani». Anche di quelli affetti da malattia genetica va tutelata la dignità.

Firma digitale, fecondazione assistita, abbandono di persone incapaci, atti illegittimi della Pa. Sono alcuni degli argomenti più importanti che questa settimana i giudici della Suprema corte, della Consulta e amministrativi hanno affrontato e risolto.

Questo appuntamento è dedicato al tema dell'azione di classe: istituto su cui è ripetutamente intervenuto il Legislatore così, peraltro, confezionando un testo più volte maneggiato che ha dato adito a importanti dubbi interpretativi. In particolare, resta dubbia la ricorribilità in Cassazione avverso l'ordinanza che abbia dichiarato l'azione non ammissibile.

Nell'autunno 2015 è uscita la nuova norma ISO 9001:2015 che sostituisce, con un transitorio di ben tre anni, la precedente versione 2008. Cosa cambia effettivamente per gli studi legali già certificati e per quelli che voglio cogliere questa opportunità?

Per lo studio legale l’adozione di un SGQ è una decisione strategica che può migliorare la sua prestazione complessiva e costituire una solida base per iniziative di sviluppo sostenibile. Fino al 14 settembre 2018, cioè per un periodo transitorio di tre anni, le edizioni 2008 e 2015 della norma ISO conviveranno nelle organizzazioni che hanno già fatto il passo.

I nuovi parametri mettono a fuoco l’analisi dei rischi, i processi e la loro efficacia. In un'ottica di continuità con le precedenti, la nuova norma rappresenta un passo significativo verso una visione più ampia e articolata del “concetto di qualità di metodo” e verso forme e modelli di TQM – Total Quality Management ancora più avanzati e sofisticati.

È ammissibile l'opposizione di terzo proposta - ai sensi dell'articolo 404, comma 1, del codice di procedura civile - dal comproprietario avverso la sentenza resa inter alios che abbia disposto la demolizione della cosa comune, senza la sua partecipazione al giudizio, anche qualora con la detta opposizione il «pregiudizio» richiesto dalla citata disposizione non sia stato precisato e non venga chiesto il riesame della questione di merito, dal momento che il «pregiudizio» richiesto dalla legge, e il correlativo interesse aimpugnare, sono in re ipsa , discendendo dalla natura del decisum , che comporta la distruzione della cosa oggetto del diritto sostanziale.

Il pregiudizio che deriva dalla sentenza pronunciata inter alios , che abbia disposto la demolizione di una cosa di proprietà comune, è in re ipsa per il comproprietario pretermesso dal giudizio: l’esecuzione della decisione comporta, infatti, la perdita definitiva del bene oggetto del diritto di sua pertinenza.

Gli indicatori di anomalia sono emanati con la finalità di ridurre i margini di incertezza connessi con valutazioni soggettive e hanno lo scopo di contribuire al contempo al contenimento degli oneri e al corretto e omogeneo adempimento degli obblighi di segnalazioni di operazioni sospette.

La sentenza del 30 luglio 2015 n. 33774 della sezione V penale della Corte di cassazione rappresenta una pronuncia importante perché affronta il novum della riforma sul falso in bilancio, realizzata con la legge 27 maggio 2015 n. 69, evidenziando come le nuove fattispecie incriminatrici finiscono con il determinare l'esclusione della rilevanza penale alle condotte che si sostanziano in un'attività “valutativa”.

La riforma prevista dalla legge n. 69 del 2015 in questo caso ha portato a un annullamento parziale della sentenza di condanna per il reato di bancarotta impropria da reato societario (articolo 223, comma 2, numero 1, della legge fallimentare) contestato con riguardo a falsi in bilancio aventi a oggetto “stime” e “valutazioni”.

Le pronunce integrative del giudicato possono essere emesse dal giudice amministrativo in sede di ottemperanza solo se si tratta di dare esecuzione a sentenze del Ga e non quando la controversia riguarda pronunce emesse da altre giurisdizioni. Lo ha chiarito il Consiglio di Stato con la sentenza n. 4977 del 2015

I l giudice amministrativo, nel giudizio volto a ordinare al’amministrazione l’ottemperanza alle sentenze di un giudice di altro ordine giurisdizionale, deve limitarsi a usare poteri sostitutivi di “stretta esecuzione”, in quanto l’esercizio di poteri di attuazione verrebbe a incidere su situazioni soggettive estranee all'ambito della sua giurisdizione.

I quotidiani online, che accanto ad articoli della carta stampata inseriscono sul sito web filmati attraverso un link a sottodomini, sono tenuti a rispettare la direttiva 2010/13/Ue sul coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi. Lo ha chiarito la Corte di giustizia dell'Unione europea con la sentenza del 21 ottobre 2015