IL TEMA DELLA SETTIMANA La relazione del nuovo presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, in occasione della cerimonia del suo insediamento e di inaugurazione dell'anno giudiziario 2016, evidenzia luci e ombre del sistema. Il messaggio di Pajno traccia un programma, da portare aventi nel triennio della nuova presidenza e probabilmente, data l'entità delle sfide, anche negli anni successivi: in sostanza una giustizia amministrativa che sia “meno autoreferenziale,” che acccolga le sfide della modernità nella consapevolezza della necessità di migliorare il servizio reso ai cittadini.

In occasione dell’insediamento del nuovo presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno - durante l’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2016, che si è svolta a Roma il 16 febbraio scorso - si è passata in rassegna l’attività della giustizia amministrativa nel 2015

Dalla coltivazione di due piantine della marijuana, passando per la responsabilità aggravata per i ricorsi manifestamente infondati, fino ad arrivare ai finanziamenti dell’Unione europea agli avvocati: sono questi le principali questioni trattate nelle diverse corti della Penisola.

In questo appuntamento, si affronta un tema di particolare importanza ossia l’agevolazione “prima casa” prevista dalla legislazione tributaria, mettendo in risalto le divergenti interpretazioni offerte dalla Suprema corte negli ultimi periodi, in calce alla problematica relativa ai presupposti che legittimano la revoca del beneficio in rassegna.

L’obbligo del notaio di rogare l’atto richiesto, ai sensi dell’articolo 27 della legge notarile, previa adeguata informativa sul suo contenuto e sui suoi effetti, non può ritenersi di ampiezza tale da imporre al notaio di prestare la propria assistenza anche quando l’atto da rogare si ponga come un evidente strumento elusivo di norme pubblicistiche assistite da sanzioni penali (nel caso di specie la disciplina di contrasto alla sottrazione di beni alla riscossione di imposte), dovendo in tale ipotesi arrestare la propria attività pena la violazione dell’articolo 28 della legge notarile.

Se l’intenzione della Corte era quella di punire il «complessivo comportamento» tenuto dal notaio nella specifica ipotesi, allora la disciplina applicabile non avrebbe dovuto essere quella contemplata dall’articolo 28 della legge notarile, bensì probabilmente quella contenuta nell’articolo 147, lettera a), della stessa legge.

È immediatamente impugnabile con ricorso per cassazione la sentenza con la quale il giudice d'appello, nei casi previsti dagli articoli 353 e 354 del codice di procedura civile, riforma o annulla la sentenza di primo grado, rimettendo la causa al giudice a quo.

La sentenza è di notevole interesse perché, nel ribadire principi consolidati in tema di rilevanza del pagamento rateale del debito tributario ai fini dei provvedimenti di sequestro e confisca per equivalente del profitto del reato tributario, affronta per la prima volta le novità che, in tema, sono state introdotte dal decreto legislativo 24 settembre 2015 n. 158.

La confisca, a fronte dell’accordo rateale intervenuto, dovrebbe essere senz’altro disposta, ma non diverrebbe “efficace”, con riguardo alla parte “coperta” dall’impegno del contribuente, salvo a essere disposta, giusta il disposto del comma 2 dell’articolo 12-bis, allorquando l'impegno non venga rispettato e il versamento “promesso” non si verifichi.

Con il decreto legislativo 10/2016 il Governo ha attuato la delega per l'individuazione, abrogazione o aggiornamento, delle disposizioni legislative che prevedono provvedimenti non legislativi di attuazione, individuando il relativo arco temporale compreso tra il 1° gennaio 2012 e il 28 agosto 2015.

Il Governo ha individuato, fra le disposizioni di legge che prevedono l’adozione di provvedimenti attuativi, le seguenti tipologie: quelle che devono essere solo modificate; quelle per le quali non sussistono più le condizioni per la loro adozione e ne dispone l’abrogazione; quelle che costituiscono adempimento di obblighi comunitari.

Fra i diversi ambiti interessati, merita un cenno un tema sbandierato da tutti i Governi e le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni, la semplificazione e la liberalizzazione. Infatti, se quest’ultima appare ormai guadagnato le ultime pagine dei programmi a breve scadenza, la prima risulta smentita dal proliferare di continue correzioni normative.

Il Consiglio di Stato torna sull'importante argomento del diritto di accesso agli atti di una gara a evidenza pubblica, con riguardo a quelli relativi all'esecuzione dell'appalto. I giudici della IV sezione ripercorrono alcune affermazioni di carattere generale relative al diritto di accesso ai documenti amministrativi, soffermandosi quindi, più in particolare, sull'accesso “defensionale”.

Sul ragionamento relativo all’accessibilità di atti di natura privatistica che siano detenuti dall’amministrazione, si riafferma l’orientamento secondo il quale l’accessibilità ai documenti non è influenzata dalla natura, pubblicistica o privatistica, ma dipende dalla loro correlazione con le attività istituzionali proprie dell’amministrazione che li detiene.

Questa volta, sotto i riflettori di Lussemburgo, è finita la questione relativa agli effetti provocati dall'accertata incompatibilità con il diritto dell'Unione di norme interne che dispongono sanzioni per la violazione di regole sull'intermediazione transfrontaliera di scommesse.