PRIMO PIANO

EDITORIALE

Giustizia, quando dietro i bilanci c’è il fattore umano

IL TEMA DELLA SETTIMANA Qual è lo stato di salute della giustizia italiana? E gli andamenti dei procedimenti civili e penali e le prospettive in termini di organizzazione degli uffici giudiziari? Cosa leggere dietro la fredda realtà dei numeri? Sono queste le domande che la cerimonia di apertura dell’anno giudiziario in Cassazione - che si è svolta a Roma il 28 gennaio scorso ed è proseguita sabato 30 gennaio nelle altri sedi- fa emergere tra gli addetti ai lavori.

LEGISLAZIONE

Meno sospesi e cause, così nel 2015 cala la produttività

Meno iscrizioni e meno pendenze al 30 giugno. E questo nonostante il segno “meno” sia davanti anche alle definizioni, tanto nel civile che nel penale. Lo dice chiaramente la «Relazione del Ministero sull'amministrazione della giustizia anno 2015» presentata lo scorso 20 gennaio.

GIURISPRUDENZA

Truffa al bancomat: responsabilità prevale sulla poca accortezza

Avvocati, frodi Iva, appalti. Sono alcuni dei temi affrontati dai giudici delle varie giurisdizioni questa settimana. Da segnalare per quanto riguarda i compensi professionali la sentenza della Cassazione che ha stabilito che la semplice revisione di un modello di accordo già esistente non può essere ricondotta nella voce «assistenza e redazione dei contratti», essendo qualificabile come attività di consulenza.

Le conseguenze se si pubblicano atti di procedimenti penali

In questo appuntamento verrà esaminato un nodo interpretativo oggetto di contrasto di giurisprudenza, in materia di risarcimento del danno conseguente al reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale: in particolare, con riferimento alla interpretazione del combinato disposto degli articoli 114 del Cpp e 684 del Cp, se la valutazione del giudice di merito debba ritenersi vincolata al semplice rilievo della minima riproduzione di un atto non divugabile ovvero possa essere orientata all'apprezzamento dei contenuti della riproduzione medesima.

CIVILE

GIURISPRUDENZA

Il medico non deve risarcire il minore malformato per l’omessa comunicazione alla gestante dei rischi esistenti

Il sanitario, seppure in colpa per non avere fatto effettuare i dovuti esami onde accertare il pericolo di malformazioni del nascituro, non risponde dei danni nei confronti del minore malformato per non avere la madre optato, stante l’ignoranza del rischio, per l’interruzione volontaria della gravidanza, non essendo concepibile nel nostro ordinamento un diritto a non nascere del minore malformato.

Negata l’esistenza del diritto a non nascere

L’affermazione di una responsabilità del medico verso il nato aprirebbe la strada a un'analoga colpa della madre, che, benché correttamente informata, abbia portato a termine la gravidanza: dato che riconoscere la facoltà di non venire al mondo malati comporterebbe, quale simmetrico termine del rapporto giuridico, l’obbligo della donna di abortire.

PENALE

LEGISLAZIONE

GIURISPRUDENZA

Comunicazioni sociali: iI falso valutativo continua a essere penalmente rilevante

Con la sentenza n. 890 del 12 novembre 2015 (depositata il 12 gennaio 2016), la quinta sezione penale della Cassazione è tornata sul tema della rilevanza delle valutazioni nell'ambito dei nuovi reati di false comunicazioni sociali (in vigore dal giugno scorso), e ha reso una decisione diametralmente opposta a quella con la quale la stessa quinta sezione, con la sentenza n. 33774 del 16 giugno 2015 (depositata il 30 luglio 2015), aveva invece ritenuto non più punibili i falsi qualitativi, a seguito della soppressione, nei nuovi testi normativi, del riferimento alle valutazioni.

Un audace tentativo per rendere punibili le azioni più insidiose

Senza una legge che prevede un precetto, spetta al giudice dare la necessaria determinazione sulle esigenze del caso concreto! La norma ha perso il suo primato, il magistrato lo gestisce all’occorrenza. In quelle poche righe della sentenza viene annullata la maggior parte dei principi costituzionali che governano l’ordinamento penale e la sua applicazione.

AMMINISTRATIVO

GIURISPRUDENZA

Appalti: l’eventuale genericità delle referenze bancarie non fa scattare l’esclusione dalla procedura

La sentenza n. 5704 del Consiglio di Stato si segnala per alcune importanti “messe a fuoco” in materia di appalti, con particolare riguardo agli oneri di dichiarazione che sono imposti dal codice dei contratti (Dlgs n. 163 del 2006) in sede di presentazione delle offerte. Per tutte le questioni esaminate, tratto comune è la valorizzazione della buona fede del dichiarante e della semplificazione degli oneri su di lui incombenti, alla luce del principio di massima partecipazione alle gare pubbliche.

Espulsione se manca l’elemento individuato dalla legge di gara

Ritorna sulla scena il principio della massima partecipazione. Nell’incertezza interpretativa dei bandi, infatti, la giurisprudenza si orienta nel senso di privilegiare quell’esegesi che, più di altre, consente all’impresa (che si vorrebbe escludere, per carenza di un elemento ritenuto “essenziale”) di prendere comunque parte alla selezione.

COMUNITARIO E INTERNAZIONALE

Elenco di tutti gli argomenti

  1. a

    Appalti

    Atti e provvedimenti amministrativi

  2. f

    Famiglia e filiazione

  3. g

    Giustizia

  4. i

    Impugnazioni

  5. l

    Lavoro e formazione

  6. m

    Misure cautelari

  7. p

    Processo telematico

    Previdenza e assistenza

  8. r

    Responsabilità e risarcimento

    Reati contro la persona

  9. s

    Società e imprese

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