PRIMO PIANO
EDITORIALE
IL TEMA DELLA SETTIMANA Quest’anno il codice di procedura penale compie trent’anni e il professore Alessandro Diddi traccia un bilancio sulla “breve” vita di questo testo, spesso travagliata e contrastata da varie forze. I nodi più gravi che il nostro ordinamento non ha ancora risolto sono i tempi dei processi e il sovraffollamento delle carceri. Al prossimo Governo si chiede quindi di mettere mano ai due problemi avendo di mira obiettivi concreti: rendere più appetibile il giudizio abbreviato e pensare a una limitazione temporale massima per la custodia in prigione.
GIURISPRUDENZA
Il privato non può abdicare al diritto di proprietà su un fondo prima occupato per la realizzazione di un’opera pubblica o di pubblica utilità e poi non più espropriato nelle forme legislativamente previste. Lo ha chiarito il Tar Piemonte con la sentenza 368/2018.
La pronuncia del Tar Piemonte mette in luce l’avvertita esigenza, oggi, di riesaminare il problema degli atti dispositivi del diritto di proprietà immobiliare, tenuto conto della nuova funzione sociale dell’istituto
e dei problemi che effettivamente gravano sulla finanza pubblica. Le
intenzioni
sono buone, ma la soluzione non pare condivisibile.
Diritti di proprietà, procedure fallimentari, processo penale e tenuità del fatto. Ecco i temi principali che questa settimana sono stati sotto la lente dei giudici.
CIVILE
LEGISLAZIONE
Il decreto 9 febbraio 2018 n. 17 regolamenta i corsi di formazione per l’accesso alla professione di avvocato, ai sensi dell’articolo 43, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 247.
Nel dichiarato scopo di fare della formazione uno strumento di effettiva acquisizione e aggiornamento delle professionalità che consenta al singolo professionista di conseguire e mantenere le necessarie capacità va inquadrata tutta la disciplina di attuazione contenuta nel Dm 17/2018 che come prima cosa individua i soggetti che possono organizzare i corsi.
GIURISPRUDENZA
La Cassazione si è pronunciata sulla legittimità del contratto intermittente che prevede la possibilità di licenziare il dipendente al compimento dei 25 anni, quando questa sia una condizione essenziale del rapporto. Non si tratta, infatti, di una condizione discriminatoria, quanto un modo per cercare di coinvolgere il maggior numero possibile di giovani per farli avvicinare al mondo del lavoro
Nel contratto di lavoro intermittente il datore può inserire la clausola di fine rapporto al compimento dei 25 anni da parte del lavoratore. Secondo la Cassazione, infatti, non è una condizione discriminante in quanto la funzione del contratto è solo quella di avvicinare i giovani al mondo del lavoro e non quella di assumere prestatori a tempo indeterminato
L’ipotesi di adozione in casi particolari relativa alla «constatata impossibilità di affidamento preadottivo», può trovare applicazione quando sussiste l’interesse del minore al riconoscimento del rapporto di fatto instaurato con il genitore sociale, anche dello stesso sesso del genitore biologico. Lo ha stabilito il tribunale di Bologna il 4 gennaio 2018.
La pronuncia in esame si segnala perché ritiene che ciò che sino al 2016 poteva essere ritenuto il frutto di un'interpretazione evolutiva adesso ha un avallo nella legge che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso, la n. 76 del 2016, che avrebbe anche lo scopo di attribuire una sorta di ratifica alle aperture dei giudici di merito.
PENALE
GIURISPRUDENZA
In tema di responsabilità degli enti, in presenza di una sentenza di applicazione della particolare tenuità del fatto nei confronti della persona fisica responsabile della commissione del reato, il giudice deve procedere all’accertamento autonomo della responsabilità amministrativa della persona giuridica nel cui interesse e nel cui vantaggio il reato fu commesso. Lo dice la Cassazione con la sentenza 28 febbraio 2018 n. 9072.
Le conclusioni della Cassazione sono condivisibili. Ineccepibile è la ricostruzione giuridica della non punibilità del fatto: l'istituto presuppone un fatto tipico, costitutivo di reato e offensivo dell'interesse tutelato, ma da ritenere non punibile per principi generalissimi di proporzione e di economia processuale che stanno alla base del decreto legislativo.
COMUNITARIO E INTERNAZIONALE
Nei casi di voli costituiti da più tratte deve essere considerato come luogo di esecuzione della prestazione ai fini dell’individuazione del giudice competente il luogo di arrivo del secondo volo anche quando il trasporto è effettuato da due voli con due vettori diversi e il diritto all’indennizzo deriva dal ritardo dovuto al primo vettore. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Unione europea con una sentenza depositata il 7 marzo relativa alle cause riunite C-274/16, C-447/16 e C-448/16 ( flighright ).