Una “bussola” per capire le norme
Dal versante ecoomico della lotta alla mafia, in relazione al fallimento, passando per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate, fino ad arrivare alla tutela dei dati person ali
Dal versante ecoomico della lotta alla mafia, in relazione al fallimento, passando per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate, fino ad arrivare alla tutela dei dati person ali
Scatta la nuova normativa diretta a evitare il conflitto d’interesse. Dopo le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto magistrati e amministratori giudiziari il decreto legislativo 54/2018 allarga le figure previste dal codice anitimafia alle procedure concorsuali. L’obiettivo: maggiore trasparenza del sistema.
Tra le ipotesi di incompatibilità cosiddetta “indiretta” ad assumere l’ufficio di amministratore giudiziario e quello di suo coadiutore - nonostante lo sforzo del legislatore di definire il concetto di assidua frequentazione - tale definizione non appare soddisfacente, esponendo gli attori di tali rapporti comunque alle conseguenze.
Con il dichiarato intento di adottare disposizioni per la tutela del lavoro delle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria, favorendo il contrasto sfruttamento del lavoro e consentendo, ove necessario, l’accesso all’integrazione salariale e agli ammortizzatori sociali nonché con l’evidente finalità di evitare che aziende in questione siano destinate a fallire è stato emanato il decreto legislativo n. 72 del 18 maggio 2018.
Per assicurare la continuità l’articolo 3 del Dlgs 72/2018 modifica la legge 208/2015, realizzando un ampliamento della portata del sostegno alle imprese con un allargamento dell’ambito soggettivo e oggettivo di operatività della legge 208/2015 quanto con un incremento dell’importo e della durata del sostegno pubblico attuato nella forma dell’incentivo.
Il decreto non si limita a dare attuazione della direttiva (Ue) 2016/681 sull’uso dei dati del codice di prenotazione (Pnr) per la prevenzione, accertamento, indagine e azione penale concernente i reati di terrorismo e altri reati gravi, ma coinvolge le norme su privacy, pubblica sicurezza, antimafia, navigazione area . Si tratta della più imponente operazione di (lecita) acquisizione e conservazione di dati in Europa.
Il decreto non si limita, infatti, a dare attuazione della direttiva (Ue) 2016/681 sull’uso dei dati del codice di prenotazione (Pnr) per la prevenzione ma coinvolge in modo incisivo le norme in materia di privacy, di pubblica sicurezza, di antimafia, di navigazione area e via seguitando. Si tratta, probabilmente, del più imponente trattamento di dati personali .
Il decreto legislativo n. 51 del 2018 interviene in settore delicato relativo alla tutela dei dati personali a fini di indagini e processuali. Il nostro Paese è alla ricerca di un equilibrio tra acquisizione, conservazione e attività repressiva
Dal Ced del ministero dell’Interno alle banche dati che si alimentano di informazioni legate alla sicurezza: con le nuove regole è necessario che il Paese si doti di procedure standardizzate di redazione degli atti di polizia e/o giudiziari che facilitano l’analisi delle notizie e ne consentono l’esatta archiviazione in vista del successivo aggiornamento.
La norma, quanto al titolare del trattamento, stabilisce che costui debba mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire che il trattamento sia effettuato in conformità alle regole. Si tratta di un’applicazione del principio del «minor sacrificio» e della necessità di rinvenire un giusto equilibrio tra le diverse esigenze.
Il Dlgs 51/2018 si muove nella perfetta consapevolezza dei delicati meccanismi di cooperazione e dell’esistenza di procedure rafforzate di consultazione che rappresentano, anche, il pericolo maggiore per la protezione dei dati personali. Il decreto punta alla responsabilizzazione del soggetto che produce e mette in circolazione le informazioni.
L’articolo 41 del decreto legislativo riconosce all’interessato il diritto al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali che siano derivati dal trattamento illegale dei propri dati e lo pone a carico del titolare o del responsabile del trattamento a norma dell’articolo 82 del regolamento 2016/679 Ue.