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Un confronto sereno sui nuovi valori assicura uniformità

IL TEMA DELLA SETTIMANA Siamo alla “svolta” sui nuovi criteri di liquidazione del danno non patrimoniale. Lo “strappo” si è consumato nell’ufficio giudiziario della Capitale. E da oggi tutto non sarà come prima in materia di risarcimento. Dalla “voce” dei protagonisti le motivazioni che hanno portato a questo cambiamento di sostanza nell’elaborazione dei valori. Il dibattito è aperto.

Utile e necessario un ripensamento della Cassazione

Resta ancora fuori da un tracciato "a rime obbligate" della Corte di legittimità il tema, invero cruciale, di una più appropriata considerazione della liquidazione del danno per le cosiddette "macrolesioni permanenti" (ossia eccedenti la soglia del 9%). Certo non è il solo argomento che affanna la aule di giustizia: ancora non sono chiari e comprensibili i termini entro cui collocare la liquidazione dei danni da perdita di chance in materia di danno biologico e quali siano gli univoci elementi costituivi della pretesa risarcitoria.

Roma alza la “posta” ma l’omogeneità resta un traguardo

L'elaborato, assai corposo, del tribunale di Roma si presenta sostanzialmente diviso in due sezioni. L'una, corrispondente alle prime 17 pagine (capoversi 1-99), vorrebbe costituire la base, per così dire, "demolitiva" non tanto e non solo della tabella milanese di liquidazione del danno alla persona, ma, ancor di più, di quelli che furono i canoni di consolidamento di questo sistema equitativo a livello nazionale, che da decenni costituisce, nel bene o nel male, un primato nazionale e che, da ultimo, sulla spinta delle assai note decisioni del 2011

LEGISLAZIONE

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