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EDITORIALE

Ddl Pillon: l’idea delle «fasce di età» non aiuta il riassetto

IL TEMA DELLA SETTIMANA Si è ripartiti con la discussione sul Ddl Pillon alla commissione Giustizia del Senato (si veda atto n. 735) nel tentativo di riscrivere - tra tante polemiche - la disciplina dell’affido condiviso. Secondo Marino Maglietta, presidente dell’Associazione Crescere Insieme, la scelta di modulare l’affido dei minori in base alle fasce di età rischia di minare l’istituto.

LEGISLAZIONE

L’assenza di coerenza mette a rischio la tenuta del sistema

Le traiettorie lungo le quali si sviluppa la serie delle modifiche normative introdotte sono sostanzialmente due: la prima è rappresentata da una raffica di inasprimenti sanzionatori; la seconda si basa su ulteriori nuove fattispecie incriminatrici, quali la coazione al matrimonio, la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite e alcune altre.

Nell’attuazione dell’accordo Istanbul il rebus del contrasto

Il dato statistico sembra voler indicare che è ancora alto il livello di violenza endofamiliare e di genere, patologico per una società avanzata come la nostra. Se le misure penali non sono sufficienti, allora bisogna chiedersi cosa manca per la piena attuazione della Convenzione di Istanbul, su che piano bisogna ancora incidere e cosa resta da fare.

Caso Talpis: stereotipi e sottovalutazione, Italia senza politiche

Il precedente della Corte dei diritti dell’Uomo relativo al caso Talpis è emblematico della situazione italiana caratterizzata dall’assenza di politiche organiche. Ripassare in rassegna la sentenza della Corte Edu può essere utile per capire i veri problemi che si nascondono dietro un contrasto che non dà ancora i risultati sperati nel nostro Paese.

Unificazione dei riti ed esonero dalle spese: le soluzioni nel civile

Il nostro ordinamento prevede vari strumenti di contrasto alla violenza in sede civile. Si tratta di una serie di misure astrattamente previste, pur con qualche problema e necessità di revisione, ad esempio, gli ordini di protezione. Si tratta di un sistema che obbliga la vittima a intraprendere diversi procedimenti in sede civile per il medesimo fatto, non si può infatti definire adeguato.

Spazio alla delega dell’obbligo di sentire la persona offesa

La disposizione in tema di escussione della vittima va letta sistematicamente e, in particolare, avendo riguardo al disposto dell’articolo 370, comma 1, del Cpp, sull’ampia possibilità di delega in favore della polizia giudiziaria. Ne deriva in sostanza che l’assunzione di informazioni ben può essere delegata alla polizia giudiziaria.

Pena fino a tre anni se il soggetto viola l’ordine di protezione

Siamo davanti a un forte irrigidimento del sistema sanzionatorio penale. Per farlo il legislatore ha dovuto, per un verso, aggravare in modo sensibile le soglie edittali delle pene già esistenti per molti reati e, per l'altro, dar corso alla predisposizione di ulteriori norme incriminatrici nell’intento di arginare le “nuove” tipologie di violenza.

Reclusione a sei anni con la sola circolazione di filmati sui social

Si è cercato di contrastare l’odioso ricatto dei video colpendo anche chi sottrae il materiale. Infatti la nuova disposizione precisa che risponde parimenti del reato di cui al medesimo comma 1 dell’articolo 612- ter colui il quale abbia solo sottratto questo materiale a terzi, essendo rimasto totalmente estraneo alla realizzazione delle immagini o dei filmati.

Reclusione a 14 anni per la deformazione del volto della vittima

La nuova fattispecie incriminatrice - al pari dell’abrogata disposizione - equipara ai fini della punizione; per cui sarà pur sempre compito del giudice distinguere tra le due ipotesi e individuare la pena da applicare nella forbice sanzionatoria indicata dal legislatore del 2019. In questo sindacato avrà sicuramente un rilievo il mezzo offensivo adoperato.

Maltrattamenti: scende in campo l’aggravante speciale

L’articolo 9 - oltre a elevare i minimi e i massimi edittali dei reati di atti persecutori e di maltrattamenti contro familiari e conviventi - conia per quest’ultimo delitto un’inedita aggravante speciale (che fa scattare la «collegialità» del reato) e al tempo stesso annovera d’ora in poi il «maltrattante» trai i soggetti «pericolosi» destinatari di misure personali.

Violenza sessuale: raddoppiati i termini per presentare querela

È lungo direttrici assai repressive che si dipana il “grappolo” di modifiche apportate dall’articolo 13 alle fattispecie delittuose contro la sfera sessuale della persona e lo sviluppo psico-fisico dei minori. Trattandosi di norme penali di sfavore, a fattor comune si segnala la loro applicabilità irretroattiva, solo per fatti commessi a partire dal 9 agosto.

Per i sex-offenders sugli esiti dei percorsi allerta «sorveglianza»

La riforma dell’articolo 13- bis , Op, ripropone il medesimo schema: rafforza la finalità di difesa sociale e di prevenzione con l’innalzamento delle pene edittali per alcune fattispecie di reati, con l’introduzione di una nuova ipotesi delittuosa (articolo 583- quinquies del Cp), implementando, altresì, il “catalogo” delle fattispecie “ostative” alla concessione dei benefici.

Sul banco di prova l’offerta territoriale dei trattamenti

La riforma riproduce la oramai scontata previsione che gli interventi trattamentali devono realizzarsi “a costo zero”, con le risorse disponibili, stante l’apposizione more solito della clausola di invarianza finanziaria, che ipoteca sul nascere ogni possibilità di successo della nuova disciplina sul piano del recupero della vittima.

GIURISPRUDENZA

Reato vendere gameti anche per l’eterologa

Dalla questione del diritto all'abitazione in presenza di un ordine di demolizione dell'immobile, passando alla fattispecie dell'esclusione del reato che non cancella le contestazioni disciplinari, fino ad arrivare ai debiti negli appalti: sono queste le questioni oggetto di attenzione delle diverse Corti della Penisola

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