IL TEMA DELLA SETTIMANA Dalla legge 247/2012 agli strumenti alternativi al processo fino al rito civile telematico. Su tutti i temi che interessano la giustizia e l'Avvocatura, l'Associazione nazionale forense, come sempre, non farà mancare il suo contributo. A dirlo è Luigi Pansini, il nuovo segretario generale dell'Anf, secondo il quale la strada da perseguire è semplificazione dei riti, al massimo due, accompagnata da una riconsiderazione dei diritti “giustiziabili” e da una razionale allocazione delle risorse umane e finanziarie, investendo anche in termini di tempo per il rafforzamento e il radicamento delle scelte di sistema adottate.

Sullo sfondo dei contrasti giurisprudenziali, si colloca il dubbio relativo alla riconoscibilità o non del cosiddetto transgenderismo come forma di identità personale: il transgender è il soggetto che non si riconosce in modo coincidente nelle categorie di genere del “maschile” e del “femminile” ma che anzi le attraversa.

Intervenendo in sede di reclamo, avverso un decreto emesso dal tribunale di Milano, la Corte d’appello meneghina si pronuncia sulla possibilità di trascrivere, in Italia, un matrimonio celebrato tra persone per le quali non era certa, a livello di normativa statale, l’appartenenza a generi diversi; condizione che, tuttavia, risultava in applicazione della normativa straniera seguita da uno dei due coniugi, di cittadinanza non italiana.

L’unione che nasce tra persone dello stesso sesso ma poi si riconduce al paradigma eterosessuale per mutamento di genere di uno dei coniugi. Questo è il caso esaminato dal tribunale di Milano e dalla Corte d’appello con soluzioni difformi. Il punto di contrasto riguarda l’accertamento che il giudice deve condurre sulla effettività della rettifica di genere.

Distinzione tra droghe leggere e pesanti; scudo fiscale per le società ; diritto d’autore ; rimborso delle spese legali; abusi edilizi. Questi alcuni dei temi centrali affrontati durante la settimana dai giudici della Cassazione e del Consiglio di Stato.

In questo appuntamento, si esamina il tema della cessione a titolo oneroso di immobili non in regola con la normativa urbanistica, in particolare mettendo in risalto il contrasto giurisprudenziale accesosi attorno alle conseguenze che discendono dalla stipula di contratti (già preliminari) aventi a oggetto unità immobiliari cosiddette abusive: in specie, per il caso di negozi contenenti le dichiarazioni urbanistiche previste dalla legge, ma non corrispondenti a opere effettivamente sanate o sanabili.

Il Dl n. 83 del 2015 sintetizzato articolo per articolo. Accanto a ciascun titolo delle 24 nuove norme il contenuto delle principali innovazioni e degli interventi al codice civile e al codice di procedura civile.

Nell’ottica di ipotizzare una riduzione dei tempi della procedura, la riforma prevede che il curatore debba predisporre il programma, in ogni caso e al più tardi, non oltre centottanta giorni dalla sentenza dichiarativa di fallimento, comportando il mancato rispetto di tale termine una giusta causa di revoca della nomina.

Due sono gli obiettivi che le previsioni normative intendono realizzare: creare uno strumento competitivo che possa impedire al debitore la formulazione di una proposta estremamente prudenziale e valorizzare il reperimento direttamente attraverso il mercato di maggiori risorse finanziarie da destinare al migliore soddisfacimento dei crediti di massa.

Il legislatore ha puntualizzato che l’impresa in crisi può presentare l’istanza di scioglimento o di sospensione tanto col ricorso originario quanto successivamente, anche nei concordati prenotativi, ovvero dopo il provvedimento di ammissione. Gli effetti si producono solo dopo la comunicazione del decreto del tribunale a cura del debitore.

I prestiti devono essere funzionali alla migliore soddisfazione dei creditori, potendosi con tale previsione contemplare i casi in cui si generi un reddito positivo con conseguente incremento del valore del patrimonio aziendale oppure una perdita, ma ciò nonostante il patrimonio aziendale non subisca una riduzione in termini di valore realizzabile e destinabile ai creditori.

Presupposto per il ricorso alla nuova figura dell’accordo di ristrutturazione con intermediari finanziari è costituito dall’ipotesi in cui l’impresa in crisi abbia debiti verso le banche e intermediari finanziari in misura non inferiore alla metà dell’indebitamento complessivo: si coglie già da queste poche righe la portata dirompente di tale nuova figura.

La nuova disposizione, infatti, può essere riassunta e deve correttamente essere inquadrata come una deroga alla necessità del previo esperimento dell’azione revocatoria per agire in executivis su beni che sono usciti dal patrimonio del proprio debitore esecutato, «ancorché non abbia preventivamente ottenuto sentenza dichiarativa di inefficacia».

Le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, vuoi perché introdotte in una temperie di riforme processuali forsennate, vuoi perché collocate al di fuori sia del codice di rito sia della legge fallimentare, non hanno al momento ancora ricevuto l’ampia applicazione che meritano nell’interesse sia dei debitori sia del sistema giustizia.

Come prima cosa, dal comma 1 dell’articolo 492- bis del Cpc è stata soppressa la parola «procedente» , visto che - correttamente - «creditore procedente» è colui che ha già chiesto e ottenuto il pignoramento su beni del debitore, mentre la fase di ricerca dei beni può essere e normalmente è anteriore al pignoramento.

In seguito all’introduzione della norma che ha reso obbligatorio il versamento sul conto corrente delle indennità periodiche corrisposte dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali se di importo superiore a mille euro, è stata in via di fatto acuita la questione di legittimità costituzionale del sistema.

È stato, però, altresì stabilito che la pubblicazione di ciascun avviso sia soggetta al previo pagamento a opera del creditore procedente di un contributo di 100 euro. Il professionista delegato, il commissionario o, in mancanza, il creditore procedente hanno l’onere di curare la pubblicazione sul portale.

Si tratta di una disposizione che rappresenta parzialmente un ritorno al passato: nel 1976, infatti, era stata inserita la possibilità che il giudice disponesse la rateizzazione, ma era altresì previsto che l’accoglimento dell’istanza di conversione determinasse la liberazione dei beni dal pignoramento.

Ultimo termine che è stato modificato è quello previsto dall'articolo 173-bis, comma 3, delle disposizioni d'attuazione del Cpc: l'esperto nominato dal giudice dell'esecuzione per la determinazione del valore dell'immobile pignorato deve inviare alle parti la propria relazione di stima almeno 30 giorni (e non più 45) prima dell'udienza per l'autorizzazione della vendita.

Con l’integrale sostituzione dell’articolo 568 del Cpc è stata eliminata la possibilità per il giudice dell’esecuzione (invero usata assai di rado nella prassi) di stabilire il prezzo base sulla base dei valori catastali degli immobili pignorati: il giudice ora deve sempre aver riguardo «al valore di mercato sulla base degli elementi forniti dalle parti e dell’esperto».