IL TEMA DELLA SETTIMANA Il 1° gennaio 2004 è entrato in vigore il Codice in materia di protezione dei dati personali, testo contenuto nel Dlgs 196/2003. La “punta di diamante” della tutela dei dati personali ha trovato in questo decennio un centro di riferimento importante e si è rilevata uno strumento duttile in una realtà in continuo mutamento.
L’approvazione da parte del Governo del Dl 24 gennaio 2015 n. 3, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti, (in breve, Investment compact), ha dato luogo a molte critiche. Nell’occhio del ciclone è finito l’articolo 1 del provvedimento di urgenza che impone a dieci banche popolari di grandi dimensioni la trasformazione in società per azioni.
L’Investment compact - facendo propri alcuni risultati della ricerca empirica, secondo cui, con il crescere delle dimensioni, le banche cooperative si vedono progressivamente perdere le virtù che, invece, le caratterizzano se si mantengono entro ristretti confini delle realtà locali - “condanni” le banche popolari, se voglio restare tali a non crescere.
I giudici amministrativi salvano la conciliazione e bocciano le spese di avvio. Per il diritto civile si segnalano decisioni su equa riparazione e obbligazioni solidali; nel penale si va dalla ritrattazione delle accuse alla configurabilità del fine di lucro; per il comunitario la Corte di giustizia affronta il tema delle azioni di risarcimento per lesione del diritto d’autore via Internet, mentre in campo internazionale la Cedu si concentra sulla prevalenza dell’interesse del minore verso le ragioni di ordine pubblico.
La proposizione di un ricorso congiunto, volto a ottenere il riconoscimento dell’efficacia nel nostro ordinamento di una sentenza di nullità del matrimonio canonica pronunciata dal tribunale ecclesiastico, consente di superare l’interferenza della condizione ostativa costituita dalla convivenza per più di tre anni.
L’orientamento che si viene a consolidare se da una parte tutela la buona fede del coniuge, impedendo annullamenti quando il rapporto matrimoniale effettivamente vissuto sia durato più di tre anni, dall’altra consente la delibazione dei provvedimenti ecclesiastici in assenza di un interesse degli sposi alla conservazione della situazione.
Il terzo titolare di diritto autonomo legittimato all'opposizione ordinaria ai sensi dell'articolo 404 del Cpc, non può, al fine di incidere sull'efficacia del titolo, proporre opposizione all’esecuzione neppure se sia detentore materiale del bene, ma può far valere la sua situazione per bloccare l'esecuzione (o esecutività del titolo) esclusivamente con l'opposizione ordinaria e potrà ottenere la sospensione dell'esecutività della sentenza.
La posizione del singolo, pretermesso nella causa, non sembra potersi far valere nel ristretto ambito dell’esecuzione, bensì coinvolgendo la stessa correttezza del decisum e quindi richiedendone la completa revisione con la partecipazione al giudizio nuovamente di tutti i partecipanti della lite che ha portato a quella decisione.
È ammessa la risarcibilità del danno alla reputazione connessa alla pubblicazione, anche parziale, degli atti di indagine riguardanti una persona.
L’interpretazione più morbida permetterebbe forse una maggiore estrinsecazione della libertà di manifestazione del pensiero. Una citazione minima potrebbe, infatti, soddisfare l’interesse della collettività, ma un simile approccio, per quanto ragionevole, appare tuttavia non del tutto compatibile con il chiaro tenore lessicale dell’articolo 114 del Cpp.
La sentenza della Cassazione, se da un lato preclude l’inapplicabilità del trattamento più favorevole al reo che sia incappato in uno dei reati previsti dall’articolo 4- bis della legge 354/1975, dall’altro sembra offrire una concreta apertura sullo scioglimento del cumulo. Se, quindi, il condannato abbia espiato la pena per il reato più grave, alla scissione deve essere data prevalenza dopo aver valutato che questa possa garantire un risultato favorevole al reo stesso, considerata la ratio di favore per quest’ultimo sottesa alla disciplina della continuazione tra reati
Il medico è tenuto a visitare il paziente che si presenti presso la struttura ospedaliera e versi in uno stato di salute grave. In questo caso non può sussistere una discrezionalità da parte del sanitario, che per l’appunto dopo aver visionato il malcapitato può decidere sul ricovero e sulla destinazione del paziente. Il tutto non si può effettuare in mancanza di una preventiva diagnosi. Nel caso in cui il professionista si rifiuti di vistare il cittadino si parla di un comportamento omissivo previsto e condannato dall’articolo 328, comma 1, del codice penale.
La sentenza in esame sembra rinverdire i fasti delle tradizionali pronunce con cui il più alto consesso della giustizia amministrativa innova la soluzione di delicate questioni giuridiche attraverso, sia una completa ricostruzione del quadro ordinamentale vigente, sia un'approfondita esplicazione delle ragioni che stanno alla base del mutato orientamento. In questo caso la decisione riguarda la delicata materia dell'accesso alle Università a numero chiuso.
Secondo la disciplina vigente a livello nazionale ricostruita dalla plenaria, il superamento del noto test di ingresso alla facoltà di medicina e chirurgia può essere richiesto per il solo accesso al primo anno di corso, e non anche nel caso di domande d’accesso dall’esterno direttamente ad anni di corso successivi al primo.
La Corte di giustizia dell’Unione europea torna a promuovere il sistema italiano di raccolta e gestione delle scommesse, quale da ultimo parzialmente modificato dalle norme introdotte con il decreto legge n. 16 del 2012, convertito dalla legge n. 44 del 2012, soprattutto con riferimento alle modalità con le quali questa novella ha stabilito di organizzare la nuova gara per l’affidamento delle concessioni pubbliche
