LA SENTENZA Deve ritenersi esclusa la nullità dell’atto di citazione per integrazione del contraddittorio allorquando, sebbene in esso non fosse espressamente rivolta alcuna domanda nei confronti del nuovo chiamato in causa, la stessa era desumibile dal corpo dell’atto e comunque era stata precisata nella memoria di cui al primo termine dell’art. 183, comma 6, c.p.c., di guisa da rendere sufficientemente determinato il petitum ed integrare non già una mutatio libelli , ma solo un’ emendatio come tale ammissibile e valida.

L'ANALISI DELLA DECISIONE La chiamata in causa avviene mediante notifica dell'atto di citazione conforme ai requisiti fissati dall'art. 163 c.p.c. che, per quanto qui in rilievo, include al comma 3, n. 3, la determinazione della cosa oggetto della domanda, vale a dire il petitum e la causa petendi , a pena di nullità ex art. 156 c.p.c.

L'ORDINANZA In considerazione della titolarità di funzioni di natura tecnico professionale, gestionale e consultiva e della sua posizione di garante del rispetto delle leggi e della regolarità dei procedimenti, non può ritenersi che il segretario rientri nelle figure alle quali possano applicarsi i meccanismi di decadenza automatica senza violare i principi di cui all'art. 97 della Costituzione.

L'ANALISI DELLA DECISIONE Lo spoil system risulta compatibile con l’art. 97 della Costituzione qualora si riferisca a soggetti che siano organi di vertice dell’amministrazione e siano nominati intuitu personae, cioè sulla scorta di valutazioni personali coerenti all’indirizzo politico, collidendo viceversa con la predetta disposizione costituzionale solo allorquando si tratti di figure dirigenziali non di vertice e che siano state individuate, se non con concorso pubblico, quanto meno con un avviso di selezione, atto a introdurre elementi di valutazione comparativa di carattere tecnico-professionale.

LA SENTENZA In tema di processo penale, la morte dell'imputato, intervenuta prima dell'irrevocabilità della sentenza, comporta la cessazione del rapporto processuale in sede penale ed, altresì, del rapporto processuale civile inserito nel processo penale. Pertanto, in conseguenza di detta cessazione del rapporto processuale anche sotto il profilo civilistico anche le statuizioni civilistiche devono essere revocate.

L’ANALISI DELLA DECISIONE La morte dell'imputato, intervenuta prima dell'irrevocabilità della sentenza, comporta la cessazione sia del rapporto processuale in sede penale che del rapporto processuale civile inserito nel processo penale.

LA SENTENZA L’art. 416-bis c.p. è connotato, rispetto all’art. 416 c.p., dai principi di tipicità, tassatività e determinatezza. In relazione ai mezzi, il criterio utilizzato da tale norma è quello della forza di intimidazione capace di creare  una  condizione  di  assoggettamento  e  di  omertà;  mentre  in  ordine  alla finalità perseguita,  essa postula una maggiore ampiezza dello scopo che il vincolo associativo tende a realizzare.

L'ANALISI DELLA DECISIONE I giudici capitolini hanno escluso il carattere della mafiosità in capo alle associazioni criminali "presiedute" da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi promotrici di attività intimidatorie in un contesto relazionale e territoriale particolarmente limitato e, per questo, caratterizzato da condotte che non hanno avuto la capacità di determinare nella collettività un perdurante stato di timore grave, così noto e diffuso da produrre, con l'esplicarsi della forza intimidatrice dell'associazione ed a prescindere dalle singole vicende, una generalizzata situazione di assoggettamento ed omertà nel contesto territoriale.

LA SENTENZA   Società partecipata -  Consiglio di amministrazione – Verbale di seduta – Accesso agli atti – Non si estende anche alle società partecipate del Comune in forma minoritaria. Il diritto di accesso dei Consiglieri comunali non si estende anche alle società partecipate del Comune in forma minoritaria. La sentenza ha precisato che l'art. 43, comma 2, del Testo unico prevede il diritto di accesso alle aziende comunali, ma che è diversa la posizione giuridica delle società dove il Comune ha una partecipazione minoritaria LA SENTENZA Il diritto di accesso dei Consiglieri comunali non si estende anche alle società partecipate del Comune in forma minoritaria. La sentenza ha precisato che l'art. 43, comma 2, del Testo unico prevede il diritto di accesso alle aziende comunali, ma che è diversa la posizione giuridica delle società dove il Comune ha una partecipazione minoritaria.

L'ANALISI DELLA DECISIONE Il diritto di accesso previsto dall'art. 43, comma 2, del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, in favore dei consiglieri comunali non può estendersi anche alle società partecipate in forma minoritaria, tanto più quando tali società non svolgano attività di gestione di servizi pubblici.

LA QUESTIONE Sono di competenza del Giudice ordinario le controversie relative all'assunzione di personale dipendente nella società "in house". La sentenza ha richiamato l'art. 19, comma 4, della l. 175/2016, che stabilisce che "resta ferma la giurisdizione ordinaria per le procedure di reclutamento del personale".

L'ANALISI DELLA DECISIONE Alla stregua dell’art. 19, comma 4, del recente T.U. sulle società pubbliche 19 agosto 2016 n. 175, che ribadisce i principi della normativa del 2008 in ordine al reclutamento del personale da parte delle società a controllo pubblico deve dedursi la perdurante giurisdizione del giudice ordinario sulle controversie relative alle procedure seguite dalle società cosiddette in house providing per l’assunzione dei dipendenti.