PRIMO PIANO
EDITORIALE
IL TEMA DELLA SETTIMANA
In attesa della nuova legislatura sarebbe utile preparare un’agenda delle riforme più meditata. Secondo il professor Marcello Clarich la prima operazione che il governo dovrebbe fare è riprendere e rilanciare alcuni progetti di legge, come ad esempio quello sul sistema carcerario oppure il completamento della “Madia”, e invece abbandonare l’idea di mettere mano alle norme processuali, nei settori civile, penale e amministrativo. Insomma puntare sul metodo del “cacciavite”: interventi mirati, di minor impatto mediatico, ma più efficaci.
LEGISLAZIONE
Con questo decreto legislativo viene attuata la delega contenuta nella legge 23 giugno 2017 n. 103, nella parte in cui si modifica il regime della procedibilità per i reati contro la persona e contro il patrimonio, implementando le ipotesi di procedibilità a querela
Confronto rapido tra nuovo e vecchio testo del codice penale.
L’intento che qui si vuole perseguire è duplice: evitare che si inneschino meccanismi automatici per la repressione per fatti che non rivestono particolare gravità; valorizzare la volontà del privato rispetto ad azioni che, pur se penalmente rilevanti, finiscono con l’attingere beni strettamente individuali.
Resta espressamente perseguibile d’ufficio la minaccia commessa in uno dei modi indicati dall’articolo 339 del codice penale, in coerenza del resto con la previsione della legge di delega, che preclude la trasformazione del regime di procedibilità in presenza di tali circostanze aggravanti.
Sempre l’incapacità della persona offesa è stata anche la ragione del mantenimento della procedibilità d’ufficio per il reato di omissione di
s
occorso
,
di cui all’articolo 593 del Cp, e per quello di stato di incapacità
procurato mediante violenza
, di cui all’articolo 613, comma 1, del codice penale.
Per la decorrenza del termine di proposizione occorre che la persona offesa abbia avuto conoscenza precisa, certa e diretta del fatto in modo da essere in possesso di tutti gli elementi di valutazione necessari per determinarsi; e, in ogni caso, l’onere della prova dell’intempestività della querela incombe a chi l’allega.
Ed è principalmente l’aspetto risarcitorio che lascia alquante perplessità, dandosi per buono al fine dell’estinzione del reato anche l’inusuale utilizzo dell’offerta reale, seppur non accettata dalla vittima, ma ritenuta congrua dal giudice con provvedimento non impugnabile: ed è evidente che per questa via ci sono posizioni non trascurabili a danno.
Si osserverà che la norma parla in proposito esclusivamente di risarcimento, tralasciando gli altri elementi che essa in via generale prevede perché si possa giungere al provvedimento di estinzione, cioè (in via alternativa) le restituzioni e neanche l'eliminazione, ove possibile, delle conseguenze dannose o pericolose del reato.
Con questo Dm, 8 marzo 2018 n. 37, sono stati fissati i nuovi parametri per i compensi degli avvocati nella mediazione civile e nella negoziazione assistita.
Ora è stata finalmente aggiunta dall’articolo 5 del Dm 8 marzo 2018 la tabella n. 25- bis per l’attività svolta dagli avvocati sia nella mediazione civile, sia nella negoziazione assistita. La tabella è organizzata in tre fasi, la prima per l’attivazione, la seconda per la negoziazione, la terza per la conciliazione.
GIURISPRUDENZA
L'indennizzo per eccessiva durata del processo può essere chiesto anche nel corso del procedimento in cui è maturato il ritardo irragionevole. Non sussiste la possibilità di ritenere assorbito il reato di insolvenza fraudolenza e quello di bancarotta impropria. Il giudice non deve vagliare la meritevolezza di tutela del trust poiché tale valutazione è stata compiuta dal legislatore. Sono alcuni dei principi che ritroviamo nelle sentenze più interessanti della settimana .
CIVILE
GIURISPRUDENZA
Nel caso in questione la Corte ha ritenuto insussistenti tali requisiti quando la divulgazione, pur riguardando un personaggio pubblico, risponda esclusivamente a un interesse divulgativo e a finalità commerciali dell’autore.
L’ordinanza specifica in modo chiaro il diritto all’oblio. Ciò che lascia qualche dubbio è proprio il rigore con cui si tracciano i confini dell’attualità dell’interesse alla diffusione, ritenendo che tale interesse possa sussistere solo in presenza di «ragioni di giustizia, di polizia o di tutela dei diritti e delle libertà altrui, ovvero per scopi didattici».
PENALE
GIURISPRUDENZA
Il difensore della parte civile ha diritto di ricevere avviso dell’udienza fissata dal tribunale sulla richiesta di riesame proposta dall’imputato avverso una ordinanza di sequestro conservativo e di partecipare all’udienza. In mancanza di tale partecipazione, la parte civile è legittimata a proporre ricorso per cassazione contro l’ordinanza che abbia annullato o revocato, in tutto o in parte, il sequestro, al solo scopo di fare accertare la nullità. Lo hanno stabilito le sezioni Unite con la sentenza 1529/2018.
Il sequestro conservativo è una misura cautelare reale, intesa a garantire il pagamento della pena pecuniaria, delle spese del procedimento e di ogni altra somma dovuta all’Erario dello Stato nonché l’adempimento delle obbligazioni civili derivanti da reato e tesa a evitare che, prima della conclusione del procedimento, si disperdano le garanzie patrimoniali.
AMMINISTRATIVO
GIURISPRUDENZA
Nel caso in cui l’amministrazione non abbia inserito un indirizzo Pec nell’elenco tenuto dal ministero della Giustizia, deve essere riconosciuto l’errore scusabile se la notifica per via telematica del ricorso è stata effettuata a un’amministrazione all’indirizzo Pec tratto dall’elenco pubblico Ipa, e per l’effetto va ordinato il rinnovo della notificazione. Lo chiarsice il Cga della Sicilia con la sentenza n. 217 del 2018.
Pur rinviando l’intera controversia al primo grado, anche sul profilo di merito la sentenza illumina in poche righe una via interpretativa coerente con la natura della riforma di cui al recente codice degli appalti pubblici. Nell’accennare anche al punto di diritto sostanziale oggetto di causa, il Cga ha evidenziato il carattere generale e preminente del Dlgs 50/2016.
COMUNITARIO E INTERNAZIONALE
Gli Stati possono punire chi utilizza e richiama simboli nazisti anche ulizzando solo immagini senza incitare all'odio. Lo dice la Carta europea dei diritti dell'uomo con la sentenza 6 aprile 2018