IL TEMA DELLA SETTIMANA Le aggregazioni professionali e multidisciplinari, le collaborazioni nelle più diverse estrinsecazioni, le specializzazioni, unite alla riforma dell’accesso e della legge ordinamentale: tessere di un mosaico di misure e strumenti funzionali alla crescita, al miglioramento del reddito e al riconoscimento del ruolo. L’Associazione nazionale forense ha sulla professione una visione prospettica e per questo all’Avvocato in Costituzione preferisce l’Avvocato in “evoluzione”.

La mappa con il riepilogo dei commenti al Dl 113/2018.

Audizione e decisione immediate con obbligo di lasciare il territorio in caso di rigetto della domanda di protezione, anche in pendenza di ricorso, per la mera esistenza di un procedimento penale per alcuni reati appaiono in contrasto col principio di presunzione d’innocenza e rischia inoltre di essere vanificata la garanzia propria del sindacato giurisdizionale.

A causa dell’incerta definizione dell’istituto, «che lascia ampi margini ad una interpretazione estensiva in contrasto con il fine di tutela temporanea di esigenze di carattere umanitario» si è ritenuto opportuno delimitare l’ambito di esercizio della «discrezionalità alla individuazione e valutazione della sussistenza di ipotesi predeterminate nella norma».

Lo speciale rito camerale davanti al “Tribunale per l’immigrazione” viene adesso esteso, con il decreto qui in commento, anche all’impugnazione della decisione della Commissione territoriale che neghi la “protezione speciale” ossia la trasmissione degli atti al questore ai fini del “nulla osta”.

La norma è stata ritenuta necessaria in quanto le procedure finalizzate all’accertamento dell’identità e della nazionalità ovvero all’acquisizione di documenti per il viaggio dello straniero richiedono circa cinque mesi per il loro completamento. La disposizione risulta conforme con quanto disposto dall’articolo 15 della direttiva europea 2008/115/Ce sui “rimpatri”.

Il trattenimento nelle strutture è limitato al tempo strettamente necessario alla determinazione dell’identità o la cittadinanza e, in ogni caso, per un periodo non superiore a trenta giorni. Se non è stato possibile determinarne l’identità, il trattenimento potrà essere effettuato nei centri di permanenza per il rimpatrio fino a un massimo di 180 giorni.

Il respingimento a differenza della espulsione prefettizia, si connota per la sua natura eccezionale (ingresso clandestino; necessità di apprestare pubblico soccorso) e, in ogni caso, per la sua “immediatezza” rispetto all’ingresso nello Stato dello straniero (fermato all’ingresso, o subito dopo) e alla cessazione della causa di “emergenza”.

Nel caso in cui perdurino le condizioni di “indisponibilità” degli ordinari centri anche dopo l’udienza di convalida, il giudice di pace può altresì autorizzare la permanenza, «in locali idonei presso l’ufficio di frontiera interessato» fino all’effettivo allontanamento dello straniero e, in ogni caso, «non oltre le quarantotto ore successive all’udienza di convalida».

Il legislatore nazionale, rendendo il divieto di reingresso effetto naturale di qualsivoglia provvedimento di espulsione (quale che ne sia la natura) appare avere esercitato quella che sembra configurarsi quale opzione demandata agli Stati membri dalla direttiva (articolo 11 della direttiva 2008/115).

Le misure di protezione internazionale possono essere negate se lo straniero ha commesso un crimine contro la pace o un grave reato; abbia compiuto atti contrari alle finalità e ai principi delle Nazioni Unite; rappresenti un pericolo per la sicurezza dello Stato e per l’ordine pubblico del nostro Paese.

La ratio delle nuove deroghe al diritto di permanenza è quella di garantire l’effettività e la tempestività delle procedure di rimpatrio contro l’uso distorto della reiterazione delle domande già respinte. Detta prassi, senza valide contromisure, potrebbe prestarsi a un uso strumentale: rinnovare la domanda per posticipare il provvedimento.

La formulazione iniziale prevedeva la sospensione del procedimento amministrativo per il riconoscimento della protezione internazionale nel caso in cui il richiedente fosse sottoposto a procedimento penale per uno dei reati previsti dagli articoli 12 e 16 del Dlgs 251/2007, nonché il contestuale obbligo per il richiedente di lasciare il territorio nazionale.

Le finalità di necessità e urgenza vengono individuate, in via generale nella esigenza di avviare una complessa azione riorganizzativa, concernente il sistema di riconoscimento della protezione internazionale e le forme di tutela complementare, finalizzata in ultima istanza a una più efficiente ed efficace gestione del fenomeno migratorio.

Prolungato da 24 a 48 mesi il termine per la conclusione dei procedimenti sia di concessione della cittadinanza per residenza sia di quelli di attribuzione per matrimonio. Stesso termine per il riconoscimento della cittadinanza avviato dall’autorità diplomatica o consolare o dall’ufficiale di stato civile per le istanze su fatti accaduti prima del 1 gennaio 1948.

Il Dl 113/2018 ha previsto inoltre che la “comunicazione” del questore e del direttore della Dia al procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto, se ritengono che non sussistano i presupposti per l’esercizio dell’azione di prevenzione, possa essere “sintetica” e che la sua mancanza non comporta più l’inammissibilità della proposta.

Si estende alle Città metropolitane il novero degli Enti territoriali cui possono essere trasferiti per finalità di pubblico interesse i beni immobili confiscati, con la importante precisazione che essi confluiscono nel relativo patrimonio indisponibile, con ciò rendendo esplicito il vincolo che ne preclude il distoglimento dal fine pubblico assegnato.

Il reclutamento di 100 unità di personale avviene attraverso procedure ordinarie di mobilità, con potere dell’Agenzia di continuare ad avvalersi del contingente di personale in posizione di comando, distacco e fuori ruolo; le restanti 70 unità possano essere reclutate mediante gare selettive pubbliche.

Dai reati tributari, passando per il trattamento dei detenuti imposto dal 41-bis, fino ad arrivare al compenso aggiuntivo al commissario ad acta per la legge Pinto: sono questi i temi oggetto di attenzione delle Corti.