PRIMO PIANO

EDITORIALE

Il diritto “pro quota” del singolo condomino resta un punto fermo

IL TEMA DELLA SETTIMANA Alla luce della sentenza n. 10394 del 2019 delle sezioni Unite civili della Cassazione, secondo la quale ciascun condomino ha il potere di difendere i suoi diritti di comproprietario “pro quota” andando in giudizio, anche se l’amministratore o altri condomini non agiscono, il consigliere Antonio Scarpa approfondisce i temi legati alla questione processuale. Come la definizione di condominio in base all’articolo 1117- bis del codice civile e la tutela delle situazioni reali e della gestione di esigenze collettive.

LEGISLAZIONE

Con la riforma sui marchi il nostro Paese adegua la disciplina nazionale alle regole europee

Il 23 marzo scorso è entrato in vigore il decreto legislativo n. 15 del 20 febbraio 2019 che implementa nel Codice di proprietà industriale (Cpi) (decreto legislativo 30/2005 e successive modifiche) la direttiva Ue n. 2015/2436 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2015 sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d’impresa direttiva peraltro già implementata a suo tempo nel Regolamento sul marchio Ue n. 2015/2424, poi in versione consolidata nel Regolamento Ue 2017/1001.

Un nuovo impianto impostato sulla tutela dei segni distintivi

Il recente Dlgs ha consentito la piena esecuzione della delega espressa dalla legge del 2017, contribuendo a rafforzare il sistema della protezione dei segni distintivi e permettendo di realizzare quell’adeguamento della disciplina del marchio nazionale alle disposizioni che già da qualche tempo sono operative con riferimento al titolo rilasciato dall’Euipo.

Supervisioni e controlli “blindano” i marchi certificati

Tra le modifiche previste dal Regolamento e dalla Direttiva spicca senz’altro l’introduzione del nuovo marchio di certificazione, istituto già regolato in alcune giurisdizioni europee a livello nazionale ma non in modo uniforme, derivando da tale situazione la necessità di armonizzarne il riconoscimento a livello dell’Ue per favorirne la tutela in maniera diffusa.

Nuovi diritti e tutele rafforzate per i “titolari”

La riforma, introdotta dal Dlgs 15/2019, estende la protezione dei marchi che godono di rinomanza e amplia i casi in cui il titolare di un marchio registrato può vietarne l’uso nel confezionamento del prodotto, in particolare negli imballaggi e in tutte le altre componenti del packaging e consente di agire sui beni in transito.

Legittimato ad agire solo chi possiede licenza esclusiva

La riforma interviene in maniera assai rilevante sulle norme procedurali, ponendo in essere modifiche sia in relazione ai rapporti tra il giudizio dinanzi all’autorità giudiziaria e il nuovo percorso amministrativo, sia in merito alla pretesa legittimazione ad agire da parte del licenziatario nelle vertenze in tema di contraffazione.

Via il simbolo grafico, registrabili i segni anche non tradizionali

Con l’introduzione della sezione II- bis rubricata decadenza e nullità dei marchi d’impresa registrati dopo l’articolo 184 del Cpi si introduce l’azione di nullità o cancellazione di una registrazione di marchio dinanzi all’Uibm: tuttavia l’implementazione di tale norma avverrà solo con l’emanazione di un ulteriore decreto del ministro dello Sviluppo economico.

GIURISPRUDENZA

CIVILE

GIURISPRUDENZA

Responsabilità dei giudici: il criterio di calcolo degli interessi è una scelta interpretativa pertanto non sindacabile

Ai fini della responsabilità civile del giudice non è ravvisabile l’errore che cade nella fase preinterpretativa dell’individuazione della disposizione allorché la disposizione applicata sia correttamente individuata e non venga a essa attribuito un significato che vada contro ogni possibile significante di essa, e quindi la scelta decisionale circa il criterio di computo degli interessi sul capitale, in quanto frutto di scelta interpretativa, non è sindacabile in sede di promovibilità dell’azione di responsabilità. Lo hanno le sezioni Unite con la sentenza 11747 del 2019.

Non può ritenersi decisione abnorme suscettibile di sanzione

La sentenza ha tentato di affrontare con un lunghissimo percorso il discrimine fra interpretazione - foss’anche errata, ma senza conseguenze civili a carico di chi l’ha pronunziata - e pre-interpretazione, ovvero addirittura mancata individuazione della norma applicabile, da cui la colpa grave e la responsabilità conseguente del giudicante.

PENALE

GIURISPRUDENZA

Punito penalmente il marito che installa il programma denominato spy-software sul cellulare della moglie

La V sezione penale della Cassazione, con la sentenza n. 15071 del 2019, ha rigettato entrambi i motivi di ricorso di un imputato condannato, con “doppia conforme”, per il delitto di cui all’articolo 617- bis del codice penale commesso in danno della moglie, per aver istallato all’interno del cellulare a lei in uso uno spy-software idoneo a intercettarne le comunicazioni telefoniche.

AMMINISTRATIVO

Il ricongiungimento familiare va concesso al carabiniere che non è sposato ma convive da tempo

L'equiparazione convivente more uxorio al coniuge deve ritenersi sussistente anche nel caso del ricongiungimento familiare, istituto diretto a rendere effettivo il diritto all’unità della famiglia: tale diritto si esprime nella garanzia della convivenza del nucleo familiare e può essere invocato non solo dai coniugi e dai soggetti uniti civilmente, ma anche dai conviventi di fatto. Lo ha detto il Tar Reggio Calabria 321/2019.

Bocciata ogni forma di trattamento discriminatorio

Il Tar ha correttamente tratto le coordinate ermeneutiche entro cui calare la fattispecie in esame, reputando il diritto alla unità familiare, e dunque alla sua ricomposizione, quale indefettibile prerogativa dell’individuo che in quella fondamentale «formazione sociale» costituita dalla famiglia esplica irremissibilmente la propria personalità.

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