PRIMO PIANO
EDITORIALE
IL TEMA DELLA SETTIMANA Il “ whistleblowing ” si fa strada e lo strumento sembra essere dotato di una certa efficacia nel contrastare la corruzione all’interno della pubblica amministrazione. Il quarto Rapporto annuale sul “ whistleblowing ” pubblicato a luglio dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) sembra confermare questa tendenza e contiene molti dati che meritano di essere analizzati. Secondo i professori Marcello Clarich e Giuliano Fonderico una tendenza positiva è l’aumento delle denunce di qualità e quantità, soprattutto al Sud. Resta da capire se ciò è risolutivo ai fini del contrasto.
GIURISPRUDENZA
L'impostazione dei pacchetti sicurezza degli anni 2008-2010 al vaglio della Corte costituzionale. In particolare, oggetto di attenzione dei giudici di legittimità sono stati l'allargamento del poteri dei prefetti di scioglimento degli enti locali e l'applicazione del Daspo ai presidi sanitari e altre strutture.
La Consulta ha censurato il potere sostitutivo dei prefetti, previsto dall'articolo 28, primo comma, Dl 113/2018, impugnato dalla regione Umbria e ha invece, ritenuto legittima l'estensione del Daspo urbano verso i presidi sanitari prevista dall'articolo 21 primo comma, lettera a), stigmatizzata dalle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Calabria purché, però, la disposizione sia interpretata in modo costituzionalmente orientato.
Nel caso in esame la Corte ha rilevato che già la norma prevede che le modalità di divieto di accesso alle aree protette devono essere compatibili con le esigenze di salute, per cui si deve ritenere che il destinatario possa comunque fruire delle cure, senza che gli sia precluso l’accesso, anche ove costui sia stato destinatario del provvedimento del questore.
Sulla decurtazione degli onorari Ctu è esclusa la discrezionalità del giudice. L'equilibrio, insieme a imparzialità e indipendenza, è precondizione fondamentale per l'esercizio della funzione giurisdizionale dei magistrati. In tema di reati tributari, il comportamento collaborativo non rileva per la sussistenza dell'illecito. Per quanto riguarda i disegni industriali il diritto d'autore scatta solo in casi particolari. Questi alcuni temi civili, amministrativi, penali e comunitari affrontati dai giudici la scorsa settimana.
CIVILE
LEGISLAZIONE
Ildecreto legge 3 settembre 2019 n. 101 contiene disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali.
Da un punto di vista retributivo, tali lavoratori potranno essere pagati - ma in misura non prevalente - in base alle consegne effettuate e per il resto su base oraria. Viene inoltre lasciata alla autonomia negoziale la possibilità di definire schemi retributivi modulari e incentivanti che tengano conto delle modalità di svolgimento della prestazione.
GIURISPRUDENZA
La prima sezione della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21916/2019, affronta il tema spinoso dei limiti che un Giudice può imporre ai genitori all'esercizio delle loro libertà fondamentali (segnatamente alla libertà di professare il proprio credo e di impartirne gli insegnamenti anche ai figli minori), in presenza di una situazione di conflitto fra i due determinata dall'adesione a confessioni diverse.
Resta infatti ferma - a parere di chi scrive - la necessità di scongiurare ogni acritica acquisizione delle dichiarazioni rese dal minore in sede di ascolto, dovendo comunque il giudice fondare la decisione non soltanto sulle "parole" del fanciullo, bensì sugli altri elementi emersi a seguito di un’idonea e regolare istruttoria.
PENALE
GIURISPRUDENZA
Il diniego delle circostanze attenuanti generiche motivato in ragione dei precedenti penali dell’imputato non comporta l’implicito riconoscimento della recidiva contestata in assenza di un’autonoma e specifica motivazione sui presupposti applicativi dell’articolo 99 del Cp. Lo ha detto la Cassazione con la sentenza n. 20808 del2019.
Le sezioni Unite fissano l’ultima tappa del lungo cammino nel corso del quale la giurisprudenza di legittimità, con l’ausilio di plurimi interventi della Consulta, ha disinnescato le più varie forme di automatismo che si ricollegavano all’istituto della recidiva e che minacciavano nella prassi il principio della individualizzazione del trattamento punitivo.
AMMINISTRATIVO
La sezione terza di Palazzo Spada prosegue nella fondamentale opera di ricostruzione della disciplina in materia di interdittive antimafia e dei relativi ambiti di sindacabilità. E lo fa attraverso una decisa ed argomentata presa di posizione, oggetto di plurimi riferimenti motivazionali anche rispetto a critiche di fondo sull'inquadramento di uno strumento che, per quanto contestato e articolato, resta pur sempre fondamentale per l'ordinamento interno.
Secondo la sentenza della terza sezione di Palazzo Spada, il sistema della prevenzione amministrativa antimafia non costituisce e non può costituire, in uno Stato di diritto democratico, un diritto della paura, perché deve rispettare l’irrinunciabile principio di legalità, non solo in senso formale ma anche sostanziale.
COMUNITARIO E INTERNAZIONALE
Il nodo che la Corte di giustizia è stata chiamata a sciogliere, con la sentenza depositata il 4 settembre nella causa C-347/18, riguarda la possibilità, per il giudice nazionale chiamato a emettere il certificato, di sollevare d'ufficio la questione se siano state violate le norme del regolamento relative all'individuazione del giudice competente.