LA QUESTIONE Anche per la commissione di massimo scoperto trova applicazione la regola della determinatezza o determinabilità dell'oggetto, per cui in assenza di univoci criteri di determinazione del suo importo, la relativa pattuizione è nulla, con diritto del correntista alla ripetizione di quanto indebitamente versato.
L'ANALISI DELLA DECISIONE Le clausole del contratto di conto corrente relative alla capitalizzazione degli interessi e alla commissione di massimo scoperto devono essere pattuite in forma scritta, a nulla rilevando le successive comunicazioni dell’Istituto bancario, né l’accettazione dell’estratto conto da parte del correntista che deve essere sempre messo a conoscenza, in maniera chiara ed inequivocabile, del tasso di interesse applicato dalla Banca.
LA QUESTIONE La valutazione dell'identità psicofisica dell'individuo, richiesta al fine di accedere alla domanda di rettificazione anagrafica, va ricondotta ad una nozione complessa che non può limitare il giudizio ai fattori strettamente anatomico-biologici oggetto di cambiamento.
L’ANALISI DELLA DECISIONE La domanda di rettificazione dei dati anagrafici deve essere valutata secondo un bilanciamento fra l'aspetto psicologico e quello anatomico-biologico. In altre parole, la rettificazione anagrafica è possibile anche se il soggetto non si è sottoposto ad alcun intervento chirurgico, purché il suo percorso evolutivo sia frutto di una scelta “ consapevole, effettiva e irreversibile”, che deve essere oggetto di un attentissimo accertamento da parte dei giudici. Al contrario, le situazioni connotate da incertezza o indecisione non possono trovare una compiuta tutela nell'ordinamento, nemmeno secondo la più ampia interpretazione del diritto all'identità sessuale.
LA QUESTIONE la valutazione della quota di partecipazione agli utili, di competenza dell'imprenditore, deve tener conto di diversi fattori, quali l'effettiva qualità e quantità del lavoro prestato dal singolo familiare, comparato con quello degli altri familiari partecipanti; il contributo dato dal lavoro prestato da altri collaboratori non familiari; gli apporti di capitale; l'attività di gestione svolta dall'imprenditore e il rischio di impresa su di lui gravante
L’ANALISI DELLA DECISIONE In tema di impresa familiare, occorre distinguere il diritto di partecipazione agli utili dal diritto al mantenimento. Il primo viene attribuito sul presupposto della produzione di utili, quale conseguenza della gestione positiva dell'impresa rapportata al lavoro prestato, in base ad un principio di proporzionalità. Il secondo, invece, ha carattere assistenziale e prescinde dai risultati di gestione, spettando a tutti i collaboratori familiari in eguale misura, secondo il criterio dell'uguaglianza e di solidarietà familiare.
LA QUESTIONE La L. n. 3/2019, c.d. Spazzacorrotti, ha incluso i reati contro la pubblica amministrazione e, in particolare, il reato di cui all'art. 314, comma 1, c.p., tra i reati c.d. ostativi di prima fascia che impediscono la sospensione dell'ordine di esecuzione della pena, senza prevedere un regime transitorio che dichiari applicabile la norma ai soli fatti commessi dopo la sua entrata in vigore.
L’ANALISI DELLA DECISIONE La Corte di Lecce ha sollevato l’incidente di costituzionalità al pari di altri due giudici (GIP Napoli, ord. 2 aprile 2019 e Tribunale di Sorveglianza di Venezia ord. 8.4.19), che hanno ritenuto di svolgere analoghe critiche all’impianto normativo creatosi in conseguenza dell’inserimento, ad opera della c.d. legge spazza-corrotti, dei principali reati contro la pubblica amministrazione tra i delitti ostativi alla concessione dei benefici penitenziari, ex art. 4 bis O.P., con riferimento in particolare alla questione della applicazione retroattiva della nuova disciplina.
LA QUESTIONE Le misure di protezione dei minori previste dagli ordinamenti di altri Stati, quando siano applicate a quasi-adulti, non sono idonee a costituire il presupposto per il rilascio di un permesso di soggiorno al raggiungimento della maggiore età. Le conseguenze di queste misure di protezione sarebbero infatti concentrate prevalentemente nella fase successiva al raggiungimento della maggiore età, con una deviazione rispetto alle finalità originarie.
L’ANALISI DELLA DECISIONE I giudici del TAR bresciano, nel rigettare il ricorso di un giovane senegalese, rispondono in modo negativo al quesito se sia possibile applicare al cosiddetto “quasi adulto” la misura di protezione del minore del rilascio del permesso di soggiorno per affidamento familiare.
LA QUESTIONE Con riguardo al provvedimento di revisione della patente di guida, non sussiste carenza di istruttoria e di motivazione se la considerazione degli atti istruttori ad esso sottesi consente, secondo la tecnica della motivazione per relationem , di percepire con chiarezza le ragioni di fatto e di diritto poste a base della disposta revisione.
L’ANALISI DELLA DECISIONE Nel caso sottoposto ai Giudici del Tar della Lombardia, la gravità e la consistenza dei fatti posti alla base del provvedimento di revisione della patente di guida (sinistro mortale provocato dall’alta velocità e dallo stato di ebbrezza) hanno di per sé giustificato il provvedimento adottato. Pertanto, anche laddove il provvedimento avesse avuto una motivazione sintetica o cd. per relationem, percependosi chiaramente le ragioni poste alla base della disposta revisione, non sarebbe stato integrato il vizio motivazionale.
