CIVILE

Le condotte vessatorie integranti lo "straining"

LA QUESTIONE Lo "straining" si configura come una forma attenuata di "mobbing", nella quale non si riscontra il carattere della continuità delle azioni vessatorie, azioni non necessariamente associate ad un intento persecutorio, ma intenzionale che, ove si rivelino produttive di danno all'integrità psico-fisica del lavoratore, giustificano la pretesa risarcitoria fondata sull'art. 2087 c.c.

"Soffiate" aziendali e conseguenze ritorsive: whistleblowing fra straining e mobbing

L'ANALISI DELLA DECISIONE Al pari del mobbing anche lo straining provoca al dipendente problemi di autostima e salute, turbative professionali e di serenità familiare, incidenti sulla sua qualità della vita. Entrambe le fattispecie, nel persistente vuoto normativo, sono tutelabili in virtù di quanto disposto dall'art. 2087 c.c., che, quale norma di chiusura del sistema antinfortunistico e suscettibile di interpretazione estensiva in ragione sia del rilievo costituzionale del diritto alla salute sia dei principi di correttezza e buona fede cui deve ispirarsi lo svolgimento del rapporto di lavoro, rappresenta strumento sanzionatorio atto a punire tutte quelle condotte del datore di lavoro capaci di ledere la personalità e la dignità del lavoratore.

Non è rilevante un reddito potenziale mai percepito dal soggetto che richiede l'assegno sociale

LA QUESTIONE La corresponsione dell’assegno sociale, avendo natura assistenziale, è volta ad assicurare "i mezzi necessari per vivere" (ai sensi dell'art. 38 comma 1 Cost.). Il relativo diritto si fonda, infatti, esclusivamente sullo stato di bisogno accertato del titolare che viene desunto, in base alla legge, dalla mancanza di redditi o dall'insufficienza di quelli percepiti al di sotto del limite massimo indicato dalla legge.

Oggettività dei presupposti necessari al riconoscimento del diritto all'assegno sociale

L'ANALISI DELLA DECISIONE Un assegno di divorzio spettante sulla carta, ma non retribuito, costituendo un reddito potenziale, non "salva" […] la persona da una situazione di disagio economico, in quanto la L. n. 335 del 1995 attribuisce rilievo al fine del raggiungimento del requisito reddituale e della dimostrazione dello stato di bisogno agli assegni alimentari corrisposti a norma del codice civile.

PENALE

La comprensione del movente giustifica la pena nel reato di omicidio

L'ANALISI DELLA DECISIONE La decisione in esame, deliberata dalla Corte d'Assise di Busto Arsizio, sconfessa l'ipotesi accusatoria del Magistrato del Pubblico Ministero, il quale, con articolati motivi, ha chiesto nei confronti dell'imputato di ottenere la pena dell'ergastolo. Agendo in tal modo, il Giudice di prime cure ha riscritto il meccanismo psicologico posto alla base del movente dell'accusato, ridimensionando di conseguenza la pena definitiva inflitta al riconosciuto reo. La Corte di Assise, alla stregua della Pubblica Accusa, sebbene sospinti entrambi nel proprio operato da plurimi ragionamenti ammantati da un certo rigore logico, tuttavia non hanno preso in considerazione una serie di elementi e di precisi sintomi, presenti nel caso in esame, tali da far presagire uno scenario motivazionale in capo al reo ben differente da quello rappresentato in sentenza e che avrebbe condotto a ottenere un cumulo sanzionatorio, da infliggersi all'odierno reo, in armonia a quello chiesto dalla Pubblica Accusa.

La componente psichica del concorso anomalo

LA QUESTIONE Nel caso in esame, attinente l’ipotesi del concorso anomalo, l'imputato aveva accettato in termini di dolo indiretto il più grave reato, non provocato da fattori eccezionali, così che doveva rispondere di concorso ordinario nel reato, perché non solo si era rappresentato l'evento, ma lo aveva voluto sotto il profilo del dolo diretto o indiretto.

Il concorrente agevolatore

L'ANALISI DELLA DECISIONE La sentenza in commento ribadisce come la responsabilità di chi coopera a un fatto criminoso non presupponga la convergenza psicologica sull'evento finale perseguito da un altro concorrente, essendo sufficiente che il suo apporto sia stato prestato con consapevole volontà di contribuire, anche solo agevolandola, alla commissione del delitto.

AMMINISTRATIVO

Il potere valutativo della P.a. in ordine all'an ed al quantum del rimborso delle spese di giudizio

L'ANALISI DELLA DECISIONE La misura del rimborso delle spese legali sostenute da un dipendente di amministrazioni statali per fatti connessi all'esercizio del servizio o all'assolvimento di obblighi istituzionali e conclusi con sentenza o provvedimento che ne escluda la responsabilità, non può essere rimessa al giudice amministrativo qualora manchi il parere di congruità della competente avvocatura, essendo quest'ultimo obbligatorio e vincolante ex art. 18 d.l. 67/97 conv. in l. 135/97.

Elenco di tutti gli argomenti

  1. a

    Avvocato

    Acque

    Ambiente e territorio

    Appalti

    Atti e provvedimenti amministrativi

  2. c

    Condominio

    Contratto di leasing

    Contratto

    Circolazione stradale

    Concorsi ed esami

  3. e

    Energia

    Edilizia e urbanistica

  4. f

    Fallimento

    Famiglia e filiazione

  5. i

    Impugnazioni

  6. l

    Lavoro e formazione

  7. m

    Mobbing

    Minori

  8. p

    Previdenza e assistenza

    Procedimento civile

    Processo civile

    Pubblico impiego

    Procedimento amministrativo

  9. r

    Responsabilità e risarcimento

    Responsabilità patrimoniale

    Reati contro la persona

    Reato

    Reati fallimentari

    Reati ambientali

    Reati contro il patrimonio

    Reati contro la fede pubblica

    Rifiuti e residui

  10. s

    Separazione e divorzio

    Spese di giudizio

    Stupefacenti

    Status e capacità

    Sicurezza pubblica e forze di polizia

    Sanità e bioetica

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