Non esattamente uno scenario che incoraggia a guardare al futuro con ottimismo, anche in ragione del fatto che un provvedimento atteso da diciotto anni continua a generare, come appare evidente anche dal provvedimento da ultimo reso dal Consiglio di Stato, contrapposizioni più ideologiche che funzionali alle esigenze di razionalità e omogeneità che avevano ispirato il legislatore del codice delle assicurazioni private nel lontano 2005

Con ritardo sui tempi, il Dpr 229/2023 opera una serie di modifiche al Dpr 474/2001 cercado di risolvere le questioni che la prassi e le intrepretazioni della giurisprudenza hanno tentato di superare in questi anni. Infine, la novella ha semplificato le modalità di rilascio delle autorizzazioni.

Viene, invece, inserito un comma 1-bis che prevede che il numero massimo di autorizzazioni alla circolazione di prova che possono essere rilasciate è commisurato al numero di dipendenti occupati nonché al numero di collaboratori che partecipano stabilmente all'attività di impresa sulla base di un contratto di agenzia di durata non inferiore a dodici mesi.

In caso di diritto all'oblio, va risarcito il danno se la notizia non viene cancellata; non è impugnabile il diniego ai programmi di giustizia riparativa; in tema di circolazione stradale, l'ente locale non può impugnare l'archiviazione del Prefetto; legittimo il servizio web per la vendita di farmaci non soggetti a prescrizione: sono questi i temi oggetto di attenzione da parte dei giudici.

Resta comunque auspicabile che il legislatore, raccogliendo il monito della Consulta pervenga a un ridisegno complessivo della normativa che tenga conto delle peculiarità del mercato del lavoro in Italia e contemperi con equilibrio i contrapposti interessi.

Con la sentenza n. 3452/24 le sezioni Unite della Cassazione hanno chiarito una questione che spesso è presente nei giudizi di merito, allorché il convenuto, citato in giudizio, nel costituirsi spieghi la domanda riconvenzionale, e cioè quella relativa alla sussistenza o meno dell’obbligo di provvedere per tale domanda alla mediazione nel caso in cui quest’ultima si stata già svolta dall’attore, in relazione alla sola domanda principale, senza successo.

In definitiva, il dettato di cui all'articolo 5 del Dlgs 28/2010 si considera rispettato quando la mediazione sia stata svolta in relazione alla domanda proposta con l'atto introduttivo, mentre negli altri casi essa sarebbe addirittura d'intralcio al buon funzionamento della giustizia.

Questo, in sintesi, il principio di diritto e il passaggio argomentativo più importante della pronuncia delle Sezioni Unite che, in accoglimento del ricorso proposto, rigettano l’orientamento che individuava la pena più grave in quella determinata nella sua entità precedente alla riduzione conseguente alla scelta del rito abbreviato .

L’interpretazione accolta prevede, quindi, che, quando per uno dei reati posti in continuazione a seguito dello sconto di pena derivante da giudizio abbreviato siano stati comminati trenta anni di reclusione al posto dell’ergastolo, il giudice dell’esecuzione è tenuto a stabilire la pena conclusiva - in relazione a quelle relative a più fatti oggetto di condanna - fondando il calcolo aritmetico sulla base della pena scontata per poi procedere agli aumenti.

I giudici di Palazzo Spadai ribadiscono i principi che presiedono i sistemi di responsabilità in ordine all’inquinamento dei siti e all’adozione delle opportune misure, emergenziali o definitive.

La materia del contendere in esame coinvolge un settore fortemente presidiato dai principi di derivazione europea improntati alla protezione dell'ambiente e della salute umana