PRIMO PIANO
EDITORIALE
IL TEMA DELLA SETTIMANA I rapporti annuali del Censis-Cassa Forense sullo stato dell’avvocatura sono una sorta di barometro della professione e del sistema della giustizia anche nella percezione degli stessi legali e dei cittadini. Il Rapporto del 2019 contiene molti dati interessanti che offrono un quadro preciso e completo: numero degli iscritti, squilibri territoriali, redditività, fiducia nel legislatore. Marcello Clarich e Giuliano Fonderico analizzano la fotografia scattata dal Censis e si chiedono quando il “barometro” volgerà al bello.
PRASSI
Donne e giovani. L'ottimismo sul futuro della categoria in Italia appartiene a loro secondo l'ultimo Rapporto Censis sull'avvocatura presentato a inizio ottobre e dal titolo " L'avvocato nel quadro di innovazione della professione".
GIURISPRUDENZA
Che può fare allora l’avvocato d’ufficio per avere ciò che gli spetta? La domanda è sorta spontenea - come si suol dire in questi casi - all’atto della pubblicazione da parte della Corte costituzionale della sentenza 1° ottobre 2019 n. 217
L’articolo 131, comma 3, del Dpr n. 115 del 2002 deve essere dichiarato costituzionalmente illegittimo nella parte in cui prevede che gli onorari e le indennità dovuti ai soggetti che esercitano gratuito patrocinio siano previamente oggetto di intimazione di pagamento e successivamente eventualmente prenotati a debito (in caso di impossibilità di «ripetizione»), anziché direttamente anticipati dall’Erario. Lo ha affermato la Consulta con la sentenza 217/2019.
Il decreto applicativo del tribunale di Catanzaro sull'onorario ai Ctp commisurato allo svolgimento dell'incarico anticipato dall'Erario.
Con la sentenza n. 217/2019 la Consulta, sovvertendo la propria linea interpretativa, finalmente viene a spazzar via lo strambo istituto della prenotazione a debito per i consulenti di parte, ammettendoli al compenso anticipato a carico dell’Erario. Soprattutto lo fa con l’avvento del concretamente attuale patrocinio a spese dello Stato.
Autorimessa in un condominio, onorari Ctp in caso di gratuito patrocinio, legittima difesa, consulenza per la Pa e dati personali nelle comunicazioni elettroniche. Questi e altri i temi affrontati in settimana dai vari giudici.
CIVILE
GIURISPRUDENZA
Le Sezioni unite della cassazione (sentenza 24068/2019) dicono di sì alla possibilità di fare ricorso alla Suprema corte contro l'esecutività del piano di riparto.
Le sezioni Unite sembrano dimenticare un ampio indirizzo formatosi nella giurisprudenza della Suprema corte, secondo cui occorre tenere distinto il regime del piano di riparto, a seconda del suo contenuto. Ciò significa che è necessario distinguere se il piano di riparto dispone o meno l’accantonamento.
In sede di giudizio di rinvio la sentenza 22519 del 2019 dice che la Cassazione in sede penale può rinviare al giudice civile solo per la determinazione del risarcimento del danno.
La sentenza n. 22519 offre spunti di riflessione in tema di ristoro del danno da reato, a seconda che si scelga la via civile o penale. E la decisione dà adito a un sommario esame delle rilevanti novità introdotte dalla legge 103/2017 n. 103 allorché la vittima del delitto oramai prescritto non si accontenti della somma offerta.
PENALE
GIURISPRUDENZA
Sono punibili, in quanto costituenti la mercificazione della procreazione assistita, tutte le condotte dirette, in qualsiasi forma, alla produzione e circolazione dei gameti, remunerate con corrispettivo in rapporto sinallagmatico con la condotta di produzione, circolazione e immissione nel mercato, in violazione dei principi di gratuità e volontarietà della donazione di tessuti e cellule umane. Lo ha detto la Cassazione con la sentenza 36221/2019.
Per la Suprema corte la condotta (pur sempre) vietata dall’articolo 12, comma 6, della legge n. 40/2004 deve essere riletta, con riferimento al (perdurante) divieto di commercializzazione, alla luce della praticabilità e liceità di tale tecnica di fecondazione, che implica necessariamente il ricorso al gamete estraneo alla coppia presso un soggetto donatore.
AMMINISTRATIVO
La sentenza del Tar per il Lazio 11489 del 2019 merita di essere segnalata per la chiara argomentazione in merito ai delicati profili che attengono al riparto di giurisdizione in materia di ingiunzione di pagamento e dei caratteri utili affinché la cessione in godimento di un bene immobile da parte di un ente territoriale possa qualificarsi in termini di concessione amministrativa.
L’articolo 93 del Dlgs n. 259 del 2003, costituisce espressione di un principio fondamentale dell’ordinamento di settore delle comunicazioni, in quanto persegue la finalità di garantire a tutti gli operatori un trattamento uniforme e non discriminatorio, attraverso la previsione del divieto di porre a carico degli stessi ulteriori oneri o canoni.
COMUNITARIO E INTERNAZIONALE
Stop ai limiti sul subappalto dei lavori pubblici. L’altolà , arriva dalla Corte di giustizia Ue con una sentenza del 26 settembre 2019i (causa C-63/18) che boccia la scelta italiana, contenuta nel Codice appalti del 2016, di limitare la possibilità dei costruttori di assegnare ad altre ditte (subappaltatori) parte delle attività di cantiere.