PRIMO PIANO
EDITORIALE
Lo slittamento, causa Covid, delle prove scritte dell'esame per l'abilitazione all'esercizio della professione forense deve essere l'occasione di riportare al centro della discussione la necessità ineludibile di un'ampia riforma e, più in generale, di quella dell'intero sistema di accesso. Le proposte dell'Anf vanno dalla libertà di formazione a un primo test con quesiti a risposta multipla, dall'uso corretto della tecnologia alla discussione orale di un caso pratico su una traccia/materia a scelta/indicata del/dal candidato.
LEGISLAZIONE
Il Dm giustizia 163/2020 contiene le regole concernenti modifiche al decreto del Ministro della giustizia 12 agosto 2015, n. 144, recante disposizioni per il conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista, ai sensi dell’articolo 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247.
Dopo diversi anni dalla emanazione della Legge n. 247 del 2012 recante«Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense» entra in vigore il Dm Giustizia del 12 agosto 2015 n. 144 che contiene il «Regolamento recante disposizioni per il conseguimento e il mantenimento del titolo di avvocato specialista, a norma dell'articolo 9 della legge 31 dicembre 2012, n. 247» a seguito della pubblicazione in Gazzetta del Dm Giustizia del 1 ottobre 2020 n. 163 che contiene rilevanti modifiche al sopra detto decreto del ministro della Giustizia 12 agosto 2015 n. 144.
GIURISPRUDENZA
Giudice di pace, sinistri, sequestro dati, appalti e ordine di indagine europeo. Sono alcuni dei temi affrontati in settimana dai giudici nazionali e non.
CIVILE
GIURISPRUDENZA
A fronte di un rapporto di affittanza agraria instaurato da un Comune con una cooperativa agricola, volto a consentire dietro pagamento di un corrispettivo l'utilizzo di un determinato terreno di proprietà comunale adibito a pascolo, sussiste la giurisdizione del giudice ordinario sulla controversia relativa alla validità e all'efficacia del contratto di transazione con il quale le parti hanno inteso prevenire le liti in ordine al suddetto contratto, ma a determinate condizioni che la Cassazione con la sentenza 24101/2020 chiarisce.
Con la sentenza 30 ottobre 2020 n. 24101 le sezioni Unite della Cassazione affrontano una questione nuova. Nella stessa ottica della pronunzia in rassegna, comunque, e - in particolare - nel senso che nel caso di terreni demaniali o appartenenti al patrimonio indisponibile dello stato o di altri enti pubblici concessi a privati per uso pascolativo, le controversie relative al pagamento del canone rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario e nella competenza delle sezioni specializzate agrarie.
Da tempo, oramai, vengono analizzate le tematiche connesse alla fideiussione omnibus, tenuto conto delle censure mosse nel 2005 dalla Banca d’Italia nei confronti dello schema predisposto dall’Abi nel 2003, l'argomento è ora ripreso dalla ordinanza 25273 del 2020.
Nelle ultime settimane il dibattito sulla fideiussione omnibus è stato alimentato dall’ordinanza della Cassazione n. 25273 del 10 novembre 2020, oggetto di rapidi commenti (soprattutto on line ) che ne hanno eccessivamente sintetizzato il senso, sino a ricondurla a una sorta di negazione dei princìpi in precedenza espressi dalla stessa Suprema corte.
PENALE
GIURISPRUDENZA
Per la Corte costituzionale le finalità perseguite dal legislatore nell'escludere il rito abbreviatoper gli imputati di reati punibili con l'ergastolo "possono essere o meno condivise; ma né le finalità in séné i mezzi individuati dal legislatore per raggiungerle appaiono a questa Corte connotabili in termini di manifesta irragionevolezza o arbitrarietà".È quanto si legge nella motivazione della sentenza n. 260 (redattore Francesco Viganò), che ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate sulla legge n. 33 del 2019 dalla Corte d'assise di Napoli e dal Tribunale di Piacenza, nell'ambito di due processi a carico di imputati accusati di aver ucciso, rispettivamente, il padre e la moglie
Sono state numerose le questioni d’incostituzionalità sottese alla riforma della legge n. 33 del 2019. In primo luogo, la Corte ha dichiarato inammissibile la questione della ritenuta applicabilità della riforma solo ai reati nei quali l’evento sia intervenuto dopo l’entrata in vigore della legge.
La sentenza n. 20926/2020 ha il merito di costituire un'elaborazione giuridica di alta sofisticazione che - avendo avuto, invero, la fortuna di confrontarsi con tesi difensive di pari valore (pagina 12) - manipola sintagmi e locuzioni nuove e, in parte, inedite che certamente recano un contributo a quel difficile aggiornamento della latitudine applicativa dell'articolo 416-bis del Cp. Per il testo della sentenza della Corte di cassazione ntplusdiritto.ilsole24ore.com
AMMINISTRATIVO
Non sussiste un interesse protetto dell'operatore economico a che un bando sia formulato in termini tali da garantirgli il maggior utile possibile o il minor spreco di risorse poiché l'interesse pubblico perseguito dall'amministrazione è volto a garantire la migliore gestione dei servizi in termini di efficienza, efficacia ed economicità. Lo dice il Tar Lombardia con la sentenza 2317/2020.
Anche nella delicata e travagliata materia degli appalti, i tribunali amministrativi regionali (noti nella comunicazione sociale come "i Tar") si trovano in prima linea, chiamati forzatamente a prendere una posizione attraverso l'interpretazione e l'applicazione di novità normative ovvero di fattispecie contenziose interessanti una pluralità di ambiti territoriali. Dopo il Tar del Lazio, tocca spesso al Tar lombardo come in questi caso con la sentenza 2317/2020.
COMUNITARIO E INTERNAZIONALE
Con la sentenza depositata il 3 dicembre nella causa C-62/19 (Star Taxi App Srl) è stato espresso questo principio: un servizio che consente un contatto diretto tra clienti e tassisti già autorizzati, attraverso un'applicazione elettronica, deve essere classificato come un servizio della società di informazione, se non fa parte integrante di un servizio globale che ha come elemento principale la prestazione di trasporto. L'eventuale adozione di regole interne che richiedono al prestatore di servizi di ottenere una preliminare autorizzazione può essere ammessa solo se sussistano giustificati motivi di interesse generale e se non sia possibile adottare misure meno restrittive. Per il testo della sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo: ntplusdiritto.ilsole24ore.com